Da sinistra: Rupert Grint (Ron), Emma Watson (Hermione) e Daniel Redcliffe (Harry)

Era il 2001 quando Harry Potter e la Pietra filosofale usciva nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Dopo 20 anni, il maghetto con la cicatrice a forma di saetta sulla fronte festeggia in grande stile: non solo tutti gli otto film della saga fantasy torneranno nei cinema (dal 9 al 12 dicembre), ma il party del ventesimo compleanno prenderà le sembianze di una trasmissione tv e di un concorso a quiz condotto da Helen Mirren. Lo speciale verrà trasmesso sulla piattaforma di streaming dell’emittente statunitense Hbo Max con un titolo che non lascia spazio a dubbi: Harry Potter, 20esimo anniversario: ritorno a Hogwarts. Dal set londinese, il binario 9 ¾ tornerà a ospitare il concitato via vai che precede la partenza del fumoso Hogwarts Express. Non mancherà ovviamente un Harry Potter ormai cresciutello e barbuto (il britannico Daniel Radcliffe), affiancato dai suoi compagni di avventure Hermione Granger (Emma Watson) e Rupert Grint (Ronald Weasley). Ma non ci saranno proprio tutti. Mancherà l’iconico Severus Piton, interpretato in tutti i film da Alan Rickman morto 5 anni fa a causa di un tumore. Non ci sarà nemmeno J.K. Rowling, senza la cui penna geniale nessun ventennale si potrebbe celebrare, ma che nonostante sia viva e vegeta, è stata colpita dalla cancel culture. Infatti, anche alcuni dei suoi fan più sfegatati hanno valutato come inaccettabili alcune posizioni prese dall’autrice in tema di transessualità e femminismo. Dichiarazioni dalle quali anche gli stessi attori hanno preso più volte le distanze.

L’autrice J.K. Rowling

Harry Potter, il fenomeno oltre a libri e film – Mezzo miliardo di copie vendute in tutto il mondo e 8 miliardi di dollari incassati al botteghino potrebbero bastare per definire la portata del successo della saga tra le più prolifiche della storia. Invece, il fenomeno Harry Potter va ben oltre. Il merchandasing non si limita a tazze che cambiano colore e bacchette magiche, ma prende la forma di una fedele ricreazione delle atmosfere ideate da Rowling. Sono infiniti i negozi nei quali, dopo aver varcato la soglia, ci si sente come nella famosa Diagon Alley, la via dello shopping stregato. Edimburgo ne ha addirittura una tutta sua: la capitale scozzese rappresenta infatti la principale fonte di ispirazione ed è il luogo in assoluto più suggestivo in cui si può partecipare a visite guidate per la città all’insegna della magia targata Potter. È proprio lì il palazzo che ricorda il Ministero della Magia, ed è sempre lì l’hotel con il grosso orologio dorato in cui Rowling si è rinchiusa per 6 mesi per scrivere I doni della morte, settimo libro della serie.

La tempesta prima del successo – Anche se quella della Rowling può sembrare una storia di successo facile, è ormai noto che l’autrice ha avuto un vita tutt’altro che semplice. Tanto per cominciare, nessuno voleva pubblicare il suo libro, giudicato troppo lungo. La luce in fondo al tunnel si intravede solo nel 1997, quando finalmente la casa editrice britannica Bloomsbury accetta il manoscritto. La pietra filosofale viene pubblicato però a una condizione, che Rowling si firmi solo J.K. per evitare che il suo essere donna disincentivi l’acquisto degli adolescenti ai quali si rivolge il libro.

Il debutto al cinema – Gli aneddoti sul ruolo di Rowling nello sviluppare un adattamento cinematografico dei suoi libri si sprecano. Uno su tutti, le obiezioni mosse nei confronti della scelta degli attori, definiti dalla stessa autrice «troppo carini» rispetto a come lei li aveva immaginati. Critica rivolta soprattutto alla scelta di arruolare Emma Watson, che però l’avrebbe “ingannata” risultando ansiosa al punto giusto durante una breve presentazione telefonica avvenuta tra le due prima dell’incontro vero e proprio. L’attore che invece sembra aver soddisfatto sin da subito le aspettative della scrittrice è Robbie Coltrane, perfetto nel ruolo di Hagrid, il gigante mezzosangue guardiano di Hogwarts.