Le imprese della pilota Amelia Earhart furono un esempio speranza per gli americani durante la Grande Depressione. L’aviatrice riuscì a rompere le barriere di genere portando a termine voli in solitario che la maggior parte degli uomini non era riuscita a fare. Poi la misteriosa scomparsa sull’Oceano Pacifico nel 1937: per il Governo americano Earhart si era schiantata da qualche parte nel mare tentando di diventare la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. L’8 marzo, la pubblicazione sulla rivista Forensic Anthropology che sfata le teorie complottiste sulla sua morte: i resti trovati nel 1940 su un atollo nel Pacifico appartengono alla pilota.

La scoperta – L’analisi condotta dal professor Richard Jants del centro di Antropologia Forense dell’Università del Tennessee ha riesaminato le misurazioni già fatte nel 1940 sui resti umani trovati sull’isolotto del Pacifico, che all’epoca furono attribuiti a un uomo. Jantz ha utilizzato un programma informatico chiamato Fordisc, in grado di stabilire età, sesso e statura misurando le ossa. Poi ha confrontato i dati con un largo campione di riferimento nel quale sono state inserite anche le dimensioni dell’apparato scheletrico di Amelia Earhart, ottenute con dei calcoli fatti sulle fotografie e sui vestiti appartenuti alla pilota. La conclusione è stata sorprendente: i resti ossei recuperati sull’isola hanno una somiglianza con Earhart maggiore rispetto al 99% del campione.

Chi era Amelia – La pioniera dell’aviazione statunitense nacque ad Atchison, in Kansas, il 24 luglio del 1897. I suoi biografi raccontano che Earhart volò per la prima volta a 7 anni: con l’aiuto di uno zio costruì una rampa di lancio artigianale, si arrampicò sulla struttura e si lanciò in una cassetta di legno. Un volo di pochi istanti, un atterraggio disastroso e qualche lesione che guarì in breve tempo. Il primo vero aeroplano lo toccò a 10 anni in una fiera dell’Iowa, nel 1920 la prima esperienza di volo a Long Beach. Le piacque così tanto che fece una decina di lavori diversi per mettere da parte i 1000 dollari per pagare le lezioni di volo. Si tagliò i capelli corti e imparò in fretta: già nel 1928 fu coinvolta nel progetto ambizioso di una traversata sull’Atlantico. Fu l’impresa che la rese famosa, anche se Earhart fu solo passeggera e non prese mai i comandi dell’aereo. Quattro anni dopo ripeté da sola la traversata e stabilì così il celebre record: la prima donna in solitaria sull’Atlantico. Nel 1935 fu la prima persona al mondo a compiere una traversata dalle Hawaii alla California. Nel 1937, mentre tentava di compiere il giro del mondo in aereo, si persero le sue tracce mentre sorvolava il Pacifico. Il Governo americano dichiarò formalmente la sua morte il 5 gennaio del 1939.