La più riservata tra le dive italiane, tanto che veniva spesso definita un’antidiva, Lea Massari è morta al riparo dai riflettori il 23 giugno, a 91 anni. La famiglia l’ha reso noto solo dopo il funerale alcuni giorni dopo.

Lea Massari e Pino Colizzi in una scena dello sceneggiato Rai “Anna Karenina” (foto Ansa)
Vita di un’antidiva – Una carriera chiusa relativamente presto, a 57 anni, con solo due grandi rimpianti: il primo, non aver ottenuto il ruolo della moglie di Marcello Mastroianni in 8½ di Federico Fellini. Il secondo non riguardava invece il lavoro, ma una passione giovanile, la caccia, che Massari avrebbe cercato poi di “espiare” dedicando la sua vita lontana dallo schermo ad attività di assistenza agli animali, soprattutto cani, tanto da mettere all’asta alcuni gioielli per sostenere la caiusa animalista . Nata Anna Maria Massatani, lo pseudonimo Lea Massari viene dal nome Leo, Leone, colui che avrebbe dovuto sposare, morto poco prima delle nozze, e dalla contrazione del cognome Massatani. Riservata anche nelle relazioni, Massari sposò poi Carlo Bianchini, con cui si trasferì in Sardegna per un periodo, fino al divorzio nel 2004, senza avere figli. Anche in età avanzata dichiarò a più riprese che era ancora segnata dalla morte del primo amore. La futura diva era nata a Roma nel 1933, ma sin da giovane aveva viaggiato e vissuto con il padre ingegnere tra Francia, Spagna e Svizzera. Una vocazione internazionale che interesserà anche la sua carriera di attrice, a contatto con i registi francesi. L’esordio poco più che ventenne fu però con Mario Monicelli nel 1954 sul set di Proibito, adattamento del libro La Madre di Grazia Deledda, in cui interpretava una ragazza sarda innamorata di un giovane parroco.
La filmografia – Tra i primi grandi successi L’avventura, diretto da Michelangelo Antonioni, in cui ha interpretato una giovane sparita nel nulla, la cui presenza come fantasma prosegue per il resto del film, e Una vita difficile del ‘61, in cui ha vestito i panni di Elena, amante e moglie di Silvio (Alberto Sordi), un partigiano che conosce nell’albergo dei genitori e che salva colpendo in testa con un ferro da stiro il tedesco che lo stava per fucilare. Proprio per questo ruolo ricevette il primo David, replicato poi con I sogni muoiono all’alba (1961), mentre i Nastri d’argento arrivarono con La prima notte di quiete (1972) e Cristo si è fermato a Eboli (1979), basato sul libro di Carlo Levi. Poi i film con i registi francesi, tra cui Claude Sautet, René Clément e Louis Malle. Soffio al cuore del 1971 rappresenta una pietra miliare: nel film, diretto da Malle, interpretò una donna che ha un rapporto incestuoso con il figlio adolescente, venendo per questo denunciata per corruzione di minorenne. Sul piccolo schermo invece sono degne di nota le interpretazioni nei grandi sceneggiati televisivi Rai, come Anna Karenina (1974), in cui ebbe il ruolo della protagonista.