Lo strapotere dei Philadelphia Eagles, pubblicità da milioni di dollari, fischi alla popstar più influente del mondo e il presidente americano, Donald Trump, che se ne va prima della fine della partita. Tutto questo è il 59esimo Super Bowl, finale del campionato americano di football americano. Molto più che un evento sportivo ma un vero e proprio show mediatico per mostrare al mondo quanto l’America sia veramente “First”.
Pubblicità a sei zeri – Se in Italia l’evento televisivo dell’anno è senza dubbio Sanremo, negli Stati Uniti tutte le aziende sono pronte a fare follie per aggiudicarsi uno spot tra il primo e secondo tempo del Super Bowl. Follie che si coinvolgono contenuto e portafoglio. Il prezzo medio per 30 secondi di visibilità è infatti di 8 milioni, record assoluto per la manifestazione. Per avere un’idea della grandezza di questa cifra, guardiamo al prezzo per presenziare tra le interruzioni pubblicitarie del festival canoro italiano. Trenta secondi durante la serata conclusiva costavano nel 2024 110.000 euro. Cifre astronomiche rispetto agli standard europei, briciole in confronto al Super Bowl. Per quanto riguarda il contenuto, forse chi ha osato di più quest’anno è Meta. Nello spot per pubblicizzare i suoi occhiali smart Ray-Ban Meta si vede l’attore Chris Hemsworth mangiare la banana dell’artista italiano Maurizio Cattelan. Mentre Mountain Dew, un marchio di bibite zuccherate, ha trasformato il cantante Seal (foca in inglese) in una vera e propria foca artista.
Trump e Palestina – Assurdità e marketing si fondono in quasi tutti i 30 secondi di gloria delle maggiori aziende americane mentre di politica si parla solo sottovoce nonostante sugli spalti ci sia Donald Trump. L’unica provocazione avviene durante il seguitissimo show canoro tra il primo e il secondo tempo eseguito dal rapper Kendrick Lamar. Uno degli artisti saliti con lui sul palco ha svelato una bandiera della Palestina. La Fox lo ha censurato con rapidità continuando a inquadrare Lamar mentre la sicurezza allontanava l’attivista sotto gli occhi attenti di Trump. Non certo uno spettacolo gradito al tycoon che se ne è andato prima del fischio finale, indispettito dalla larghissima vittoria dei Philadelphia Eagles. Infatti, proprio le Aquile nel 2018, decisero di non presentarsi nello studio ovale presieduto da Trump per celebrare la vittoria del loro primo Super Bowl.
I fischi a Taylor Swift – L’unico successo mediatico per il presidente americano è stata la bordata di fischi che è arrivata quando sul maxi schermo è apparso il volto della popstar Taylor Swift. «Il popolo Maga non perdona» ha scritto Trump su Truth. Il motivo di questo accanimento è stato l’endorsment della Swift a Kamala Harris durante la campagna elettorale presidenziale di quest’estate. Nonostante Trump si sia appropriato della paternità dell’odio verso la cantante, la ragione pare essere unicamente di campo, visto che Taylor Swift è la compagna di Travis Kelce, giocatore dei Kanas City. I fischi dunque sarebbero arrivati dai sostenitori di Philadelphia.
Lo sconfitto Drake – Se Trump non ha fatto esattamente una apparizione memorabile è il rapper Drake ad uscire davvero sconfitto dalla notte dello sport americano. Kendrick Lamar sta facendo il giro d’America con la sua canzone Not Like Us, brano ricco di riferimenti dispregiativi nei confronti del rivale Drake. Dopo il successo ai Grammy Award per la migliore canzone dell’anno, questa volta Lamar l’ha cantata con una certa soddisfazione durante l’half time show. Lamar ha sfoderato un sorriso malefico quando il brano è iniziato mentre l’ex compagna di Drake, la tennista Serena Williams, ballava senza fare troppa attenzione al testo.
In campo – Sul terreno verde non riesce il Three-peat (tripletta di titoli) ai Kansas City. A festeggiare sono i Philadelphia Eagles, per la seconda volta nella loro storia campioni d’America. La partita a senso unico ha visto i ragazzi della Pennsylvania vincere con un punteggio di 40 a 22 contro i Kansas City, campioni in carica da due anni consecutivi. Protagonista assoluto Jalen Hurts, miglior giocatore della finale con una meta all’attivo. Il grande assente è stato invece Patrick Mahomes, quaterback dei Kansas City.