Il più giovane presidente degli Stati Uniti d’America. In un mondo in cambiamento, in piena guerra fredda, con la rivoluzione cubana da gestire e la ribellione di una nuova generazione da capire. La figura di John Kennedy ha rappresentato la corsa in avanti, il simbolo di un’America che vuole cambiare. Per la prima volta il capo della nazione più potente del mondo aveva la stessa età dei giovani intellettuali, degli artisti e dei musicisti che si proponevano di cambiare il mondo.
“C’è una battaglia là fuori. E sta infuriando. Presto scuoterà le vostre finestre e farà tremare i vostri muri. Perchè i tempi stanno cambiando”. È uno dei versi di una delle canzoni più note di Bob Dylan, The times they are a changing. Scritta qualche giorno prima della morte di Kennedy, questi versi, dopo l’assassinio del presidente a Dallas il 22 Novembre del 1963, assunsero un peso ancora maggiore. “Dovetti suonare questa canzone la sera stessa in cui Kennedy morì – ha dichiarato Dylan – e in qualche modo divenne una costante canzone di apertura e lo resto’ a lungo”.
Anche The sound of silence, la famosa canzone di Paul Simon e Art Garfunkel, è dedicata a JFK. Il suono del silenzio, ha raccontato Simon, è infatti il silenzio della Casa Bianca dopo la morte del Presidente.
Come i Beach Boys, la band californiana che scrisse The warmth of the sun subito dopo lo choc delle notizie che arrivavano da Dallas. “Ho scritto questa canzone – ha dichiarato il fondatore del gruppo Mike Love – come per dire che le cose sono cambiate e l’amore non è più quì, ma la sua memoria dura come il calore del sole”.
Ma l’omaggio più esplicito è quello dei Byrds, il gruppo di Roger McGuinn. He was a friend of mine è un adattamento di una vecchia canzone popolare americana. Il leader della storica band elettrica americana, scrisse questi versi la notte stessa in cui Lee Harvey Oswald sparò al Presidente degli Stati Uniti d’America. “Presidente per un così prezioso tempo. Era un mio amico”, recita un verso della canzone.
Enrico Tata
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