La statua di Antonio Canova (1787), in esposizione nella sala Alessi di Palazzo Marino fino al 13 gennaio

Amore e Psiche stanti a Palazzo Marino e, dal 4 dicembre, anche parlanti. Scrittori, giornalisti e attori italiani daranno voce alla statua di Antonio Canova e al dipinto Psyché et l’Amour di Francois Gerard, arrivati in prestito dal Louvre per la mostra a Palazzo Marino dal 1 dicembre al 13 gennaio.

Dopo Giulia Carcasi e Paolo Virzì (scrittrice lei, regista lui), a confrontarsi con la favola di Amore e Psiche saranno Natalia Aspesi e Giulio Giorello, in un incontro moderato dall’attrice Lella Costa. La giornalista milanese, che dal 1992 cura su Venerdì la rubrica Questioni di cuore, e il filosofo, ordinario dell’Università di Milano, saranno in scena dalle 18 di martedì 11 dicembre, per mettere in parole il mito celebrato dall’arte di Canova e Gerard.

Una favola antica, quella di Amore e Psiche, che risale al II secolo d.C e alle Metamorfosi di Apuleio. Fu lo scrittore romano a raccontare per primo di come «l’innocente Psiche, senza accorgersene, s’innamorò di Amore». E, nella sua statua del 1787 – meno celebre di quella realizzata pochi anni più tardi – Canova scolpì proprio l’innocenza dei due amanti stretti l’uno all’altro: Amore cinge le spalle di Psiche mentre lei posa una farfalla, simbolo della sua anima, sul palmo dell’amato.

A rendere la favola attuale, ci penseranno Aspesi e Giorello a Palazzo Marino. «Perché l’amore è uguale a ogni età», dice la giornalista. E attraversa i secoli.

Susanna Combusti