Graffianti, irriverenti, blasfeme. Si presentano così le vignette del settimanale satirico francese, Charlie Hebdo, che mercoledì 7 gennaio ha pagato il prezzo più alto in difesa della libertà di espressione. Regno della satira e della critica sferzante, la sede parigina della rivista è stata presa di mira da due terroristi siriani che a colpi di kalashinikov hanno compiuto una strage, uccidendo dodici persone.
Nel mirino degli attentatori le vignette sull’Islam pubblicate dal 2000 dalla rivista, considerate un affronto dai fondamentalisti e una mancanza di rispetto verso la religione del Profeta per la comunità mussulmana internazionale.Tra i tanti aspetti della fede islamica Charlie Hebdo ha attaccato negli ultimi anni i costumi femminili criticando aspramente l’utilizzo del burqa. Una vera e propria campagna satirica contro i tabù dell’Islam.
Nel 2006 Charlie Hebdo vende quasi 400.000 copie grazie alla controversa pubblicazione di vignette satiriche su Maometto, acquistate dal giornale danese Jyllands-Posten che denunciava l’autocensura sull’Islam dei paesi europei. Il Consiglio Islamico di Francia ne chiede il ritiro e persino il presidente Chirac critica aspramente la scelta di Charlie Hebdo. Nonostante l’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia (UOIF) abbia trascinato i responsabili del settimanale in tribunale, la sentenza sarà favorevole a questi ultimi. Tra le vignette più criticate quella in cui i mussulmani vengono insultati dallo stesso Profeta.
Nonostante le minacce ricevute più volte in redazione i vignettisti di Charlie Hebdo calcano la mano. Si susseguono fumetti dissacranti come “Uccisioni in Egitto”, dove su uno fondo rosso sangue un musulmano stringe il Corano, incapace di difenderlo dalle pallottole. Il libro sacro viene trapassato da alcuni proiettili mentre spicca la didascalia: “Il Corano è una merda, non ferma le pallottole”.
Dall’attacco terroristico alla redazione nel 2011, una molotov incendia la sede del giornale, i toni non cambiano e la testata continua a pubblicare vignette satiriche che ironizzano sulla figura del Profeta islamico, raffigurato più volte in pose osè. La reazione del Consiglio francese per il culto musulmano parla allora di “un profondo shock”e invita i musulmani a non cedere alla provocazione.
Una satira feroce quella di Charlie Hebdo che non manca di attaccare anche i fondamentalisti islamici dell’Isis. Una scelta ben espressa dall’ultima vignetta contro il Califfo Abu-Bakr Al-Baghdadi, leader dello Stato islamico, postata sul profilo Twitter della testata il giorno prima della strage.
Diana Francesca Cavalcoli