Non solo musica, ma anche streaming, gaming e nuove tecnologie. È il nuovo volto digitale della Milano Music Week, giunta alla quarta edizione, che dal 16 al 22 novembre si è completamente riadattata per rispettare le restrizioni anti-Covid, lanciando lo slogan Music works here (la musica lavora qui).
Una rassegna tutta in streaming – Oltre 140 eventi, dai panel ai concerti, dai workshop ai dj set, per riportare al centro dell’attenzione il lavoro dell’intera filiera musicale e i suoi protagonisti, davanti e dietro le quinte. «Nonostante il momento difficile e delicato» la Music Week «è riuscita ad esprimere tutto il suo potenziale di piattaforma aperta capace di unire e valorizzare il sistema della produzione musicale», sottolinea l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno. Una edizione digitale che ha visto il coinvolgimento delle più importanti realtà musicali milanesi, città sede dell’industria musicale e creativa, ma che ha aperto ancora di più i propri confini. «Questa edizione digitale ci ha consentito di trasformare la MMW in una piattaforma ancora più internazionale: molti dei panel presenti nel palinsesto hanno coinvolto aziende e professionisti di altri Paesi confermando la vocazione cosmopolita della MMW e di Milano», commenta Francesca Grimaldi, coordinatore istituzionale della Milano Music Week e direttore relazioni istituzionali e associative FIMI.
Un occhio al digitale – Sette giorni di eventi no-stop, grandi protagonisti della scena musicale e un’attenzione particolare alle giovani generazioni: la Milano Music Week guarda al futuro dell’intera filiera musicale e lo fa cercando di valorizzare l’attuale situazione di blocco forzato, partendo dalla formazione. Tanti i temi approfonditi, con esperti del settore: dallo streaming come alternativa ai concerti live, l’intelligenza artificiale, il gaming e le nuove tecnologie, oltre al gender gap, la pirateria e il management del settore. «Sono state sperimentate nuove formule e presentati progetti per fare ripartire le attività integrando le nuove tecnologie con l’auspicato ritorno alla fruizione di persona», spiega il curatore della rassegna, Luca De Gennaro. E aggiunge: «Se la musica veniva percepita come entità astratta, negli ultimi sette giorni ha dimostrato di essere più che mai concreta».
Gli eventi e le iniziative – Non solo quindi sul piano teorico, ma anche dimostrando quello che si può fare con la musica, cercando sempre di sperimentare. Ne è esempio uno degli eventi di chiusura, DREAM HIT, un social concert multimediale e in realtà aumentata che ha visto alternarsi sul palco artisti come Fedez, Achille Lauro, Mahmood e Elodie. Da appuntamenti già noti al pubblico come le interviste-racconto del format MMW Incontra (con i Negramaro, Ghemon, Max Pezzali, Edoardo Bennato e il vincitore del 70 Festival di Sanremo, Diodato), alle tante novità di questa edizione, che ha visto nel riadattamento della rassegna una spinta creativa. Spazio anche alle iniziative che negli scorsi mesi hanno sostenuto e dato voce ai lavoratori del settore musicale e dello spettacolo, da BAULI IN PIAZZA a LA MUSICA CHE GIRA.
Quando Milano chiama la musica risponde, perché #musicworkshere??
Grazie a tutti, ci vediamo l’anno prossimo ?#milanomusicweek #musiccitymilano #musicworkshere pic.twitter.com/4L3dZGj23F— Milano Music Week (@milanomusicweek) November 23, 2020