Gennaio è il mese dedicato a lui. Quindici giorni fitti, dal 4 al 19, per scoprire il meglio della moda uomo per l’autunno inverno 2020/2021. Dopo qualche assaggio dei nuovi trend alla London Fashion Week Men’s (4-6 gennaio), il piatto forte arriva con Pitti Uomo 97 (7-10 gennaio), la più importante e attesa kermesse di moda maschile del mondo, seguita a ruota da Milano Moda Uomo (10-14 gennaio) e dalla Paris Fashion Week Men’s  (14-19 gennaio). Ma come sarà l’uomo del 2020? Capi unisex ispirati allo streestyle e rigorosamente sostenibili affollano le passerelle, confermando tendenze in piena linea con Pitti 96 (giugno 2019). Per ora nulla di nuovo, se non il ritorno di qualche classico che risponde a una voglia di una comodità poco eccentrica, ma molto consapevole e aperta alle contaminazioni.

Pitti ancora verde – Un gilet, un parka, una giacca militare e un bomber con cappuccio, tutti realizzati in tessuto composto per l’84 per cento da nylon riciclato, come zip e bottoni, l’imbottitura è realizzata con piume recuperate e le tinture con il 50 per cento di componenti di origine vegetale: buccia di cipolla per i gialli, l’uva per i viola, carbone di bamboo per i grigi e i neri, olive per i verdi e foglie di indaco per i blu. Questo il concept della nuova etichetta ecocompatibile di Herno, Globe, che ha segnato nell’edizione Pitti di giugno 2019 la svolta ecosostenibile nella moda per lui. E anche per il 2020 alla Fortezza da Basso, sede della kermesse fiorentina del menswear, sventola la bandiera green con tanto di royal approved da parte del principe Carlo d’Inghilterra, che in un video sottolinea il suo impegno per una moda sostenibile che rispetta animali e ambiente. Oltre 1.200 i marchi e 60mila metri quadri di compatibilità ambientale in una logica di multiculturalismo e di sperimentazione applicate al recupero della grande tradizione manifatturiera. Tutti temi che confluiscono in Reflections, uno spazio dedicato alla condivisione di idee e al confronto con il pubblico, che debutta con il concept Land Flag: From Waste to New Materials, una riflessione sui consumi, sul riciclo e sulla possibile seconda vita cui i materiali più vari possono aspirare.

I nuovi modelli di sneaker Yatay a Pitti Uomo 97

Tecnologico, ma artigianale  – Da Marinella che presenta le cravatte ricavate dalla fibra degli agrumi a Save The Duck che crea il piumino ecosostenibile, applicando tecnologie sofisticate a tessuti naturali. E oltre alla giacca a vento in lana idrorepellente, lancia il bomber in nylon riciclato e imbottito con ovatta termo-intelligente in grado di regolare la temperatura del corpo. A DUNO che presenta la Packable Jacket, capo di punta della collazione, realizzata con filo nylon rigenerato. Per arrivare a Yatay e alle sue sneakers prodotte con metodi altamente sostenibili e alle maglie di Cividini realizzate con macchine rigorosamente spinte a mano. Oppure le camicie di Alessandro Gherardi, un cult della tradizione italiana presentate però in chiave Recycled, con cotone rigenerato e a basso impatto ambientale.

Cappotto di Lardini a Pitti Uomo  97

Tradizione e innovazione – Morbido, sfoderato, decostruito portato direttamente sulla camicia e leggero come un maglione. Il capo per eccellenza della tradizione maschile nel 2020, il cappotto, è un patchwork di tessuti leggeri, caldi, non più fascianti e avvitati, ma ampi, all’insegna di una ritrovata voglia di comodità minimal e unisex, dove ogni eccentricità è bandita. Cucinelli lo propone in cachemire con tasche in denim staccabile, Tagliatore presenta il modello ‘vestaglia’ dai volumi over e in tessuto double. Lardini non rinuncia alle texture classiche come il pied de poule o la grisaglia a tinta unita, ma scomposta. E Paltò osa il soprabito mono e doppio petto in nylon stretch idrorepellente con imbottitura in piuma e pettorina staccabile. Per tutti la regola è una: reinterpretare un evergreen per dettare un nuovo concetto di eleganza più contemporanea, aperta alla contaminazione di generi e di tessuti, ma di certo non meno raffinata.