Un lungo corridoio nero con delle luci al neon verde fluo nel fondo, il rumore della macchina del fumo e l’aria mossa dai grandi ventilatori appesi al soffitto. Lo scenario dietro alla porta dei Magazzini Generali somiglia più a un horror fantascientifico che a un concerto. Si presenta così l’unica data italiana del Live Tour 2019 di Gernot Bronsert e Sebastian Szary, i due berlinesi dietro al nome Modeselektor, andata in scena venerdì 1 marzo a Milano.

L’inizio dello show – Un rumore cupo, una cassa con un effetto acido che accelera progressivamente. Pochi colpi che aumentano per velocità e volume, fino a lasciare spazio a Fentanyl, prima traccia dello show, accompagnata dall’urlo degli spettatori in attesa poggiati contro la transenna. I Modeselektor fanno capire subito che la loro intenzione è quella di far ballare e divertire tutto il pubblico. Nessuna pausa e si va diretti a WMF Love Song, seconda canzone tratta da Who Else, il loro ultimo album uscito il 22 febbraio scorso. La velocità della musica aumenta, i suoni si spostano verso acid e drum n’bass. German Clap The Black Block accendono definitivamente l’ambiente, trasformando la pista in una massa unica di mani che si alzano e si abbassano seguendo il ritmo della grancassa. Nel momento più coinvolgente trova spazio sul palco anche Catnapp, rapper argentina della Monkeytown Records (l’etichetta dei Modeselektor): dopo aver aperto il concerto, torna per prestare la sua voce mentre danza sopra alle enormi casse che si trovano ai lati dello stage.

La bandiera delle Isole Salomone durante One United Power

Il messaggio – L’attenzione torna su lavori più recenti con I Am Your God, One United Power e Wealth. La seconda delle tre viene accompagnata da un video in cui vengono proiettate in rapida successione tutte le bandiere del mondo: un messaggio di fratellanza e scambio culturale che passa anche dalla capacità di mescolare sonorità differenti, abbracciando grime, UK techno e trance di matrice teutonica. Per il gran finale, dalla console sono pronti con le tre cartucce più potenti del loro arsenale: Berlin, Grillwalker e Blue Clouds. Nulla di innovativo o inaspettato, ma al pubblico non importa. Si diverte, balla, canta nelle poche parti dove i brani non sono solo strumentali. Alla fine dello show, un urlo di ringraziamento verso i due musicisti tedeschi, accompagnato da un applauso battuto a tempo con le luci a intermittenza che illuminano la pista. I Modeselektor se ne vanno dal palco, e lasciano qualche centinaio di persone con la speranza di un bis che viene chiamato a gran voce. Così non sarà: Gernot e Sebastian non torneranno, lasciando spazio a qualche fischio, che conclude uno spettacolo durato circa 90 minuti.

La band – Anno 1992. Gernot Bronsert e Sebastian Szary si incontrano tra le macerie culturali del muro di Berlino, negli ambienti dei rave illegali dove la musica acid house fa da padrona. Dopo un primo esperimento come Fundamental Knowledge, nel 1996 il gruppo muterà il proprio nome in Modeselektor, preso in prestito da una funzione della macchina per effetti audio Roland RE-201. Il loro stile abbraccia tutte le sfumature della musica elettronica ed è caratterizzato da influenze hip-hop, IDM e drum n’bass. Conosciuti in tutto il mondo grazie anche al progetto Moderat, formato dai Modeselektor e dal producer Apparat, i due sono proprietari delle etichette Monkeytown Records e 50 Weapons. Monkeytown è anche il nome del loro album più famoso, datato 2011, a cui ha fatto seguito dopo otto anni Who Else, uscito il 22 febbraio di quest’anno.

Questa la scaletta del concerto di venerdì 1 marzo ai Magazzini Generali di Milano:
Fentanyl
WMF Love Song
Kalif Storch
German Clap
The Black Block
I Am Your God
Mover
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One United Power
Headhunter – Prototype (Modeselektor’s Broken Handbrake Remix)
Wealth
Prügelknabe
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Wake Me Up When It’s Over
Berlin
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Who
Who Else
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Grillwalker
Blue Clouds