Una serie di concerti in giro per il mondo, dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda. Così Neil Diamond, il noto cantautore e compositore statunitense, immaginava di celebrare i suoi cinquant’anni di carriera. Ma a poche date dalla fine del tour, l’annuncio della diagnosi del morbo di Parkinson: «È con grande pudore e delusione che annuncio il mio ritiro dalle tournée e dai concerti. Sono stato enormemente onorato di presentare i miei spettacoli al pubblico negli ultimi 50 anni».

Il tour e il Grammy alla carriera – «Faccio le mie più sincere scuse a tutti coloro che hanno acquistato i biglietti e stavano pianificando di venire ai miei prossimi concerti», ha dichiarato Diamond in una nota. Le ultime date del tour, previste a marzo in Australia e Nuova Zelanda, sono dunque cancellate. Ma il cantante rassicura i fan: «Continuerò a scrivere, a incidere dischi e a lavorare su altri progetti ancora per lungo tempo». Diamond ha dedicato anche un ringraziamento speciale al suo «leale e devoto pubblico», che lo ha seguito in tutto il mondo: «Avrete sempre la mia gratitudine per il vostro supporto e incoraggiamento». Rimane in dubbio la sua partecipazione alla cerimonia dei Grammy awards, che si terrà al Madison Square Garden di New York il 28 gennaio prossimo, dove gli verrà consegnato il Lifetime Achievement Award (il cosiddetto Grammy alla carriera).

Dai palchi di Brooklyn al successo mondiale – Nato a Brooklyn il 24 gennaio del 1941, Diamond ha esordito giovanissimo sulla scena musicale newyorkese, in coppia con Jack Parker. A metà anni Sessanta esce il primo singolo, Solitary man (cantato in Italia da Gianni Morandi), seguito dal lancio del suo album di debutto, The feel of Neil Diamond. Ma è con i Monkees che arriva il grande successo: I’m a Believer, lanciato a dicembre 1966, diventa presto uno dei singoli più venduti di sempre e verrà inserito da Billboard nella Top 100 delle canzoni più belle di tutti i tempi. Diamond inizia a lavorare anche come attore, nella serie poliziesca Mannix, e soprattutto come compositore per il cinema. Nel 1973 firma la colonna sonora del film Il gabbiano Jonathan Livingston, con cui vince il primo Grammy. Sfiora altri due Grammy nel 1979 con You don’t bring me flowers, duetto di grande successo con Barbra Streisand, e con The jazz singer, colonna sonora del remake di un omonimo film in cui interpreta anche il ruolo del protagonista. Ma è proprio questa parte che gli costa la vittoria del premio meno ambito di Hollywood, il Razzie Award come peggior attore. Nel corso della sua lunga carriera, Diamond ha pubblicato 32 dischi in studio, tra cui l’ultimo, nel 2016, dal titolo Acoustic Christmas. Nel 2011 è stato anche inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.