Sembra che i 180 orchestrali dell’Opera di Roma a rischio di licenziamento siano salvi, in cambio della rinuncia a parte di quanto è loro dovuto. Nella notte Teatro dell’Opera e sindacati hanno raggiunto e siglato l’accordo sul risanamento e il rilancio dell’Ente. L’intesa, sottoscritta da tutti e sette i sindacati, prevede che una parte degli “stipendi accessori” di tutti i lavoratori dell’Opera, musicisti e tecnici, sia congelata negli anni 2015-2016, con la possibilità di recuperare nel caso si dovesse raggiungere il pareggio di bilancio. La proposta, che andrà all’esame del Cda il 24 novembre, prevede risparmi per 3 milioni e l’impegno a non scioperare sui temi dell’accordo.
La crisi dell’Opera era stata anticipata dalla lettera di addio del Maestro, Riccardo Muti, datata 15 settembre e resa pubblica solo una settimana dopo. Poi il 2 ottobre scorso, a causa dei conti sempre più in rosso, il Cda della Fondazione del Costanzi aveva annunciato licenziamenti collettivi. Da allora era stato un susseguirsi di sit-in, manifestazioni in piazza e assemblee di orchestrali e coristi.
L’incontro tra il direttore delle risorse umane del Teatro e le sette sigle sindacali è iniziato il 17 novembre pomeriggio ed è andato avanti a oltranza, fino al raggiungimento dell’intesa. Ma serve prudenza. «Sono contento perché siamo riusciti a salvare 180 posti di lavoro», ha commentato Paolo Terrinoni della Cisl. «Ma a luglio era stato firmato un piano di risanamento che avrebbe consentito di non togliere nemmeno un euro ai lavoratori». E a quanto pare, non è bastato.
Angelica D’Errico