Se recitare è una questione di gavetta, lui se l’è fatta tutta. Rami Malek la scorsa notte ha preso in mano la statuetta più agognata da qualsiasi attore, l’Oscar per il migliore interprete, e l’ha alzata in nome di Freddie Mercury, dei Queen e di ogni faticosa tappa della sua carriera. Una carriera iniziata nelle classi di teatro di liceo e proseguita con la laurea in Arti figurative all’Università di Evansville nel 2003 e poi con una lunga serie di doppiaggi e particine fino alla serie tv e al trionfo sul grande schermo.

Le origini – «Sono un americano di prima generazione», ha detto sul palco degli Oscar con la statuetta in mano, ringraziando la mamma ragioniere e il papà «che non ha potuto vedere niente di quello che ho fatto». È nato a Los Angeles nel 1981 da genitori egiziani che avevano lasciato Il Cairo tre anni prima. «In Egitto mio padre lavorava come agente di viaggi e arrivavano molti turisti occidentali. Attraverso di loro venne a conoscenza dell’esistenza di quell’altro mondo e ne rimase affascinato», ha raccontato Malek in un’intervista rilasciata a quotidiano britannico The Guardian. I suoi genitori quindi si trasferirono in California dove, oltre a Rami, ebbero altri due figli: l’attore ha un fratello gemello, insegnante, e una sorella che lavora come dottoressa.

Rami Malek con la sua statuetta per il miglior attore protagonista (Ansa)

Faraone – Una gavetta lunga, quella di Rami, per una carriera che lui stesso nell’intervista definisce «a lenta combustione», insomma che stentava a decollare: qualche parte qua e là e tanti doppiaggi. E intanto, il lavoro di cameriere per mantenersi. Poi il ruolo in Una notte al Museo, come faraone (egizio, appunto), e molte interpretazioni nelle serie tv, che già negli anni 2000 iniziavano a monopolizzare il piccolo schermo: Una mamma per amica, 24, fino a Mr Robot, che con il personaggio di Elliot lo mise sotto i riflettori. Nel 2016 riceve, grazie a Mr Robot, la prima statuetta: l’Emmy come miglior attore protagonista in una serie drammatica. Nel frattempo ha lavorato anche con Tom Hanks, regista in Larry Crowne, e ha recitato nella saga Twilight.

Amore e inclusione – Oggi, può alzare la statuetta e affermare con orgoglio: «Abbiamo fatto un film su un omosessuale, immigrato, che ha vissuto impudentemente, e il fatto che questa sera stiamo festeggiando lui e la sua vita è la prova che abbiamo bisogno di storie come questa». Un inno alla musica, all’inclusione e anche all’amore: Malek ha chiuso i suoi ringraziamenti, e, per ora, il suo palcoscenico di Bohemian Rapsody, dichiarando a Lucy Boynton «Mi hai rubato il cuore». Proprio come Mary Austin (che l’attrice interpreta nel film) catturò quello di Freddie Mercury.

Il bacio di Rami Malek a Lucy Boynton durante la serata degli Oscar (ABC)