In una Los Angeles ancora grigio cenere, l’oro degli Oscar ha illuminato per una notte il Dolby Theatre. Sul red carpet ha sfilato il meglio del cinema americano e internazionale, per la cerimonia più seguita e ambita al mondo. La serata, condotta da Conan O’Brien si è svolta senza intoppi e al di là di qualche momento amarcord, non ci sono stati selfie da record o pugni a far discutere. Al centro solo i premi.
All in di Anora – Alla 97esima edizione degli Oscar ha vinto la sorpresa sulle previsioni, il cinema indipendente sulle majors, la voce della critica sui pronostici: Anora è tutto questo e da oggi anche è anche il miglior film dell’anno, secondo l’Academy Awards. Diretto da Sean Baker, Anora ha vinto cinque Oscar su sei nomination: oltre il premio come miglior film, si è aggiudicato anche la miglior regia, il miglior montaggio e la miglior sceneggiatura originale. Baker, 54 anni di cui 25 passati nel circuito cinematografico, è noto per indagare la vita dei sex workers: da Starlet (2012) in poi il regista si è interessato al mondo della prostituzione, decidendo di raccontarlo e di trasportarlo sul grande schermo, perché queste storie «possono essere esplorate per sempre».

Da sinistra verso destra: Adrien Brody, miglior attore non protagonista, Mikey Madison, miglior attrice protagonista, Zoe Saldana, miglior attrice non protagonista e Kieran Culkin, miglior attore non protagonista
I premi per gli attori – La sorprendente vittoria di Mikey Madison, miglior attrice protagonista proprio di Anora, ha contraddetto i pronostici che vedevano Demi Moore candidata a vincere la statuetta: lo sguardo della protagonista di The Substance durante l’annuncio del premio ha confermato il suo disappunto. Dopo aver vinto Golden Globe, Bafta e Sag awards, l’ex Soldato Jane non si è portata a casa la statuetta più prestigiosa.
Niente Oscar neanche per Timothèe Chalamet, l’attore 29enne che pure era stato molto apprezzato dalla critica per la sua interpretazione di Bob Dylan nel biopic A Complete Unknown. Al suo posto è stato Adrien Brody a vincere il premio come miglior attore protagonista, il secondo della carriera dopo The pianist (2003), per la sua interpretazione in The Brutalist, premiato anche per la miglior fotografia e la miglior colonna sonora. A completare la rosa dei vincitori, l’Academy ha seguito le decisioni dei Golden Globe e premiato Zoe Saldana come migliore attrice non protagonista e Kieran Culkin, fratello del famoso Kevin di Mamma, ho perso l’aereo, come migliore attore non protagonista per A Real Pain.
I delusi – Emilia Pérez, che racconta la storia di un narcotrafficante messicano transgender, è stato il film che ha incassato più sconfitte: ben tredici nomination e solo due statuette vinte, quella di Saldana e quella per la miglior canzone, El Mal. Sono stati mesi di polemiche dopo i tweet razzisti e offensivi dell’attrice protagonista Karla Sofía Gascón, estromessa poi dal tour promozionale del film e allontanata dai colleghi. L’attrice, prima transgender ad essere nominata nella storia degli Academy, ha raggiunto il Dolby Theatre senza calpestare il tappeto rosso e sedendosi lontana dal palco per non essere sotto i riflettori. Anche Conclave di Edward Berger è rimasto a secco: un solo premio, quello per la miglior sceneggiatura non originale, su otto candidature. Isabella Rossellini, nominata per aver interpretato suor Agnes per soli 8 minuti in tutto il film, non ha raggiunto la storica statuetta. L’attrice, figlia di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, ha comunque fatto parlare di sé per la scelta dell’outfit: il lungo abito in velluto blu di Dolce e Gabbana è stata la sua dichiarazione d’amore a David Lynch e al suo Blue Velvet, dove la stessa Rossellini si esibì in una performance memorabile. Anche gli orecchini sono parte della storia dell’attrice: «Li aveva indossati mia madre Ingrid Bergman nel 1975 per l’Oscar di Assassinio sull’Orient Express, regalati da mio padre Roberto Rossellini, e indossati nel film Viaggio in Italia».