«Non sono un vero animale politico. Non ho aderito a nessun partito perché lo considero un errore per un giornalista, almeno in Russia. […] Quale crimine ho commesso per essere bollata come “una contro di noi”? Mi sono limitata a riferire i fatti di cui sono stata testimone. Ho scritto e, più raramente, ho parlato.»

[Anna Politkovskaja]

Anna_Politkovskaja_im_Gespräch_mit_Christhard_LäppleDal 27 al 29 gennaio, al Teatro Ringhiera di Milano, Ottavia Piccolo torna in scena nei panni della giornalista russa Anna Politkovskaja con la rappresentazione “Donna non rieducabile“.

Lo spettacolo, scritto da Stefano Massini e diretto da Silvano Piccardi, è l’adattamento in prosa di brani autobiografici e articoli della giornalista, in cui essa lascia trapelare la propria solitudine, il proprio dolore, ma anche un’ironia tipica di chi non sa arrendersi. Lo dice lo stesso nome della piéce, “Donna non rieducabile”, l’espressione che era stata attribuita alla reporter dal governo russo poco prima della sua morte, e che rappresenta un azzeccato riferimento alle esperienze di vita che Ottavia Piccolo interpreta.

Anna Stepanovna Politkovskaja nasce a New York nel 1958 e diventa simbolo di verità e libertà grazie ai
suoi coraggiosi reportage dalla Cecenia, in cui denuncia abusi, crimini e torture da parte dell’esercito russo sui civili. Nel corso della sua carriera vince il Global Award di Amnesty International per il giornalismo in difesa dei diritti umani e il premio dell’Osce per il giornalismo e la democrazia. La sua posizione apertamente critica al nuovo leader Vladimir Putin la rende sempre più sola e isolata perché troppo “scomoda”, ed è probabile che ne abbia causato anche la morte, avvenuta per quattro colpi d’arma da fuoco il 7 ottobre 2006 nell’androne di casa sua, a Mosca. Oggi Anna Politkovskaja rappresenta un modello da seguire per tutti, soprattutto per i giornalisti per i quali la ricerca della verità è più importante della paura.

Ottavia Piccolo riesce a condurre e sostenere da sola un intero spettacolo fatto di vari momenti, spezzoni di vita, esperienze e sensazioni, riuscendo a identificarsi quasi totalmente con quella donna che è diventata sì simbolo di coraggio e tenacia, ma che è stata anche e soprattutto un essere umano, come tutti fatto di paure, dubbi, angosce, scelte difficili. La voce delicata dell’artista viene valorizzata da un accompagnamento di arpa, scritto ed eseguito dal vivo da Floraleda Sacchi, che si intreccia con le parole dell’attrice senza mai risultare invadente.

Lo spettacolo, prodotto nella stagione 2007/2008 da La Contemporanea, lo scorso ottobre era stato ripreso dal Teatro Carcano di Milano come produzione propria per alcune repliche. Andrà in scena venerdì 27 alle 20.45, sabato alle 19.30 e domenica alle 16.