Gli italiani scaldano la sedia? No di certo, almeno non quella dei cinema. Sono sempre meno gli incassi delle sale cinematografiche: nel 2012 si è registrato un calo quasi dell’8 per cento rispetto all’anno precedente. I dati arrivano dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, che, come ogni anno, ha presentato all’Università Luiss di Roma il Rapporto sul mercato e l’industria del cinema in Italia nel 2012. Se i cinema sono sempre più deserti, la quantità di film cresce. Mai come nell’anno appena trascorso sono stati prodotti così tanti film: in tutto sono 166, più dei 155 del 2011.

Un fenomeno anomalo, come rileva il presidente della Fondazione Dario Viganò: “È un quadro ricco di contraddizioni che risente pesantemente della sfavorevole congiuntura economica”. Ma niente paura: si sopravvive anche senza il pienone ai botteghini. “In Italia stiamo assistendo a un consolidamento delle strutture produttive – continua Viganò – , grazie ai finanziamenti privati, raddoppiati in un anno, e al regime di agevolazione fiscale”. Senza dimenticare che meno cinema non vuol dire crisi della produzione: “Si stanno facendo largo nuove modalità di fruizione, dai video on demand alla rete”.

Anche se, a leggere bene i dati, il 41,1% delle aziende del settore ha registrato un calo sia dei ricavi che dell’utile. E le reti televisive hanno dimezzato gli investimenti sulle fiction dal 2008 a oggi. E per fortuna che il mondo cinematografico beneficia del tax credit – ovvero le agevolazioni fiscali -, una misura che è stata riconfermata anche per il biennio 2014-2015. In caso contrario, “metà del settore avrebbe chiuso”, sentenzia Redento Mori, curatore del Rapporto. Che però rassicura: “Nonostante la crisi, il settore è ancora vitale, solido e stabile”.

E il futuro dei cinema? Lionello Cerri, presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, sottolinea il successo dei multisala, che attirano maggiore pubblico grazie alla varietà dell’offerta. E se molte sale hanno avuto meno clienti, il motivo si deve alla scelta di diminuire i posti a fronte dell’ingrandimento degli schermi, considerata una succosa attrattiva per il pubblico.

Francesco Paolo Giordano