«Io, sa, sono una vecchia marxista appassionata di Costituzione italiana: chi non è condannato in via definitiva ha il diritto costituzionale di parlare». È la sera del 26 novembre e le parole di Chiara Valerio si susseguono concitate, nel collegamento del programma televisivo Propaganda Live. Il conduttore, Diego Bianchi, la ascolta in silenzio. La scrittrice è da giorni nell’occhio del ciclone mediatico: dal festival Più libri più liberi (Plpl), la fiera nazionale della piccola e media editoria di Roma di cui è direttrice, stanno dando forfait in molti. Un esodo generale di scrittori, fumettisti e di altri ospiti della kermesse, che hanno ritirato in massa la propria partecipazione. «Non sappiamo se la giustizia lo riterrà colpevole o non colpevole, ma il punto è che Leonardo Caffo, a oggi, è un uomo innocente, un uomo innocente sotto processo». È questo l’epicentro delle polemiche che stanno scuotendo il festival, a pochi giorni dal suo inizio: l’invito dell’autore di Anarchia. Caffo è attualmente sotto processo per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della ex compagna, e la procura ha chiesto quattro anni e mezzo di carcere. La vicenda giudiziaria in corso a carico del saggista catanese, che comunque ha già annunciato il suo ritiro collide tuttavia apertamente con la natura stessa della fiera, dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato l’11 novembre 2023, e a quella di Giacomo Gobbato, il 26enne colpito a morte a Mestre il 21 settembre di quest’anno nel tentativo di difendere una donna aggredita. Insomma, nel cuore di una manifestazione contro la violenza di genere s’era dato spazio a chi è indagato per averla perpetrata. E la sovrapposizione delle due cose – il festival si terrà dal quattro all’otto dicembre, la sentenza è prevista per il dieci – ha dato fastidio a molti. Per ora, tra le varie defezioni quelle della scrittrice ed attivista Giulia Siviero, della fumettista Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, e mercoledì anche quelle di Zerocalcare, al secolo Michele Rech, che parteciperà soltanto al firmacopie, ma non al dibattito con Chiara Valerio.
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La direttrice ha già annunciato che la presentazione del libro di Caffo sarà fatta ugualmente e proprio da lei: «Lo spazio pubblico non è uno spazio che serve per fare selfie oppure per creare idoli positivi o negativi, ma serve per discutere di questioni importanti, e la presunzione d’innocenza è un discorso importante». Nell’intervista a Propaganda Live Valerio ha chiuso i conti con tutta la querelle in corso, affermando che «forse così in qualche modo si quieterà la sete di teste che abbiamo e si potrà parlare dei libri».
Zerocalcare & co. – «Mi è sembrato inopportuno invitare a una fiera dedicata a Cecchettin un uomo accusato di violenza ai danni della compagna. Non mi piace usare il mio peso mediatico per occupare spazio dentro una discussione nella quale io da maschio – che sta ancora facendo i conti coi suoi limiti e il suo ruolo – credo di dover soprattutto ascoltare». Zerocalcare ritira la sua partecipazione al talk con la direttrice Valerio, pur garantendo la presenza al suo sempre partecipatissimo firmacopie: con lui, anche la sua casa editrice Bao Publishing diserterà il festival, cancellando tutti i panel «in segno di discontinuità». Anche Roberto Recchioni (fumettista) e Pietro Turano (attivista Lgbt+) non ci saranno. Fra le prime a unirsi allo sciopero di partecipazioni è stata invece Josephine Yole Signorelli aka Fumettibrutti, che si aspettava delle scuse e «un cambio di rotta», arrivate però troppo tardi. La presidente di Più libri più liberi Annamaria Malato, infatti, si dichiara dispiaciuta, ma rimane convinta che «sarà comunque una grande occasione di incontro e dialogo per tutti».