pompei crolloLa storia si sgretola sotto i nostri occhi ed è sempre più difficile proteggerla. Le piogge di inizio febbraio hanno causato l’ennesimo crollo negli scavi archeologici di Pompei. Questa volta, mercoledì 4 febbraio, è stata colpita la Casa di Severus, dove una parte di muro è franata a causa di uno smottamento del terreno. Sul luogo, già chiuso al pubblico, sono subito intervenuti i funzionari tecnici della Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia per le verifiche e i primi interventi di ripristino.

“Tutti i fronti di scavo – si legge in una nota della Soprintendenza – sono oggetto di particolare attenzione. Si sta avviando una convenzione con i Vigili del fuoco proprio per intervenire su aree impervie e a rischio come questa”. Per l’attività di restauro l’amministrazione del sito archeologico ha incassato, in due anni, finanziamenti europei per 41,8 milioni di euro, ma il difficile obiettivo di mettere in sicurezza tutta l’area ancora non è stato raggiunto.

Sono più di trenta le frane che hanno colpito Pompei negli ultimi cinque anni, nessuna per fortuna dell’entità di quella della Schola Armatorum, crollata nel dicembre del 2010. Gli ultimi episodi, i cedimenti al Tempio di Venere, alla Tomba di Lucius Publicius Syneros e a una bottega di via di Nola, risalgono a marzo 2014.

Angelica D’Errico