Un’altra perla di archeologia. Ancora a Pompei. Dove, se si scava, quasi sempre si trova storia. A cento anni dalla scoperta degli affreschi dionisiaci, è emersa una nuova Villa dei Misteri. Un fregio del 40-30 a.C. con figure a dimensioni quasi reali, dette in gergo tecnico megalografie. Nell’area vesuviana ne sono state ritrovate quattro, compresa quella appena scoperta che domina una sala per banchetti dedicata ancora al dio della fertilità e del vino. Festaiolo, delirante nel suo istinto primordiale, bello e dannato come Pompei. A essere protagonista, però, questa volta è una donna. Probabilmente una dama che, in compagnia di un anziano Sileno (precettore di Dioniso secondo il mito greco-romano) sta per essere iniziata ai misteri del dio, attraversando le classiche fasi di morte, rinascita e trasformazione.

Foto Cesare Abbate (ANSA)
Il fregio – Attorno a lei un corteo di baccanti che danzano, cacciatrici con un capretto sgozzato sulle spalle o una spada e le interiora di un animale in mano, giovani satiri che suonano i flauti e un altro che, dietro le proprie spalle, versa del vino da un corno in una coppa. I colori sono accesi: rosso e arancio. Gli affreschi sono quelli del vero e proprio culto di Dioniso. Una festa mitologica di processioni, canti e danze. Non a caso, il ritrovamento è stato ribattezzato “Casa del Tiaso”. Proprio quella associazione religiosa che, nell’Antica Grecia, celebrava gli dei – e in particolare quello del vino – con divertimento sfrenato.
Miniera di storia – Nell’area centrale di Pompei, e in particolare nel quartiere della cosiddetta Regio IX Insula 10, gli scavi vanno avanti dal febbraio 2023 e hanno restituito al mondo numerosi resti archeologici: dai semplici oggetti di vita quotidiana a case e ambienti particolari. Adesso, però, gli occhi di tutti sono puntati sui nuovi affreschi. «Il tema di Dioniso, del suo corteo, dei suoi misteri, dell’iniziazione, tornano al centro del dibattito scientifico», spiega il direttore del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel. «Al centro non c’è il Dio ma una donna che è, secondo me, volutamente ambigua. Si ritrova al centro di questo corteo divino e mitologico ed è l’unica a guardare fisso verso l’osservatore, verso la sala dove si riunivano gli ospiti di questa casa». Sarebbe dunque lei a celebrare il rito. Anche perché, sottolinea ancora Zuchtriegel, «solo chi era iniziato o iniziata poteva sapere il segreto del culto». Insomma, «se la baccante esprimeva per gli antichi il lato selvaggio e indomabile della donna che emula Venere, dea dell’amore e delle nozze», il fregio della casa del Tiaso e quello dei Misteri la mostrano come «sospesa, come oscillante tra questi due estremi, due modalità dell’essere femminile a quei tempi».
Investimenti – La città sepolta dalla cenere del Vesuvio nel 79 d.C. continua ad aggiungere pagine ai manuali di storia e attrae ogni anno più di quattro milioni di visitatori. In città, per ammirare il nuovo ritrovamento, è giunto anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha definito la scoperta «storica» e Zuchtriegel «un fuoriclasse circondato da fuoriclasse». «Gli investimenti per Pompei ci sono, ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Siamo a oltre 33 milioni di euro già stanziati», ha dichiarato. Con le nuove risorse va rilanciata la Scuola di Pompei (che permette agli studenti di archeologia d’Italia di partecipare agli scavi) e ci sono altri lavori da finanziare. La Casa del Tiaso, tra l’altro, è venuta alla luce solo per un terzo. E per il direttore del parco «siamo di fronte a un bellissimo capitolo di un libro che dobbiamo finire di leggere».