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La cerimonia di premiazione dell'edizione 2012

Un albero per ogni libro premiato, “l’albero delle parole”. Questa la grande novità del premio letterario Cortina d’Ampezzo, giunto alla sua terza edizione, che sarà assegnato il 29 agosto. A partire da quest’anno, per ciascuno dei vincitori delle due sezioni del concorso verrà piantato un pino cembro alle pendici delle Cinque Torri di Cortina. Sull’albero, un targa ricorderà il titolo e l’autore dell’opera premiata.

Un modo per celebrare tutti i futuri vincitori del riconosciemento andato l’anno scorso ad Antonio Monda per “L’America non esiste” e a Marco Albino Ferrari per “Alpi segrete”. Il premio, ideato e voluto da Vera Slepoj, psicologa e scrittrice, insieme allo storico cortinese Francesco Chiamulera, vede all’opera due giurie composte da figure di primo piano della cultura, dell’editoria, della stampa e dell’impresa italiana, che premieranno la migliore opera di narrativa italiana e il miglior libro, italiano o internazionale, che si ispiri, abbia a tema, racconti o illustri la montagna.

La giuria della prima sezione è presieduta da Gian Arturo Ferrari, quella del premio per un’opera sulla montagna da Arrigo Petacco. Tra gli altri giurati anche Paolo Mieli e Nadia Fusini.

Lucia Maffei