Tutto pronto per la prima dell’Ernani di Verdi del 27 novembre. Lo sciopero dei lavoratori del teatro dell’Opera di Roma che rischiava di non far aprire il sipario sul capolavoro del maestro emiliano è stato sospeso. La decisione dei sindacati è arrivata al termine di un confronto di sei ore in Campidoglio, cui ha partecipato anche il sindaco Ignazio Marino. Che su Twitter ha manifestato la sua soddisfazione.
Dopo un lungo incontro con i lavoratori dell’Opera abbiamo ottenuto la sospensione dello sciopero e salvato la prima dell’Ernani.
— Ignazio Marino (@ignaziomarino) 25 Novembre 2013
Resta comuque lo stato di agitazione. Le sigle sindacali hanno confermato che il Teatro non è in condizione di pagare gli stipendi di novembre e dicembre, per i crediti non ancora incassati da Roma Capitale. «L’impegno più importante per noi – specificano le associazioni dei lavoratori – è legato alla volontà dell’amMinistrazione di arrivare al pareggio di bilancio. Un obiettivo che non si potrà perseguire soltanto con uno dei Soci fondatori, per questo manteniamo lo stato di agitazione con cui accompagniamo il tentativo di far uscire il Teatro dal deficit».
Dal canto suo, Flavia Barca, assessore capitolino alla Cultura, si dice fiduciosa: «Entro la fine del mese il Comune sbloccherà delle risorse, mentre la prossima tranche arriverà a dicembre. Si tratta dell’inizio di un percorso, ora con i sindacati apriremo un tavolo». A salvarsi saranno così la prima dell’opera verdiana, diretta dal maestro Riccardo Muti, e la replica di venerdì. Rimane però in sospeso quella del 30 novembre perché, avvertono i sindacati dei lavoratori del Teatro, «sabato c’è la discussione del bilancio comunale e se qualcuno mette la zeppa davanti al Teatro dell’Opera, noi scioperiamo».
Risolto un nodo, restano altre questioni aperte per la lirica. Martedì mattina, Cisl, Uil e Fials – senza la Cgil – hanno chiesto al commissario straordinario Francesco Bianchi di riaprire la trattativa per il rilancio del Maggio musicale fiorentino. Il negoziato si era interrotto nelle scorse settimane, quando i sindacati avevano rifiutato di discutere la cancellazione del corpo di ballo dell’ente lirico, inclusa da Bianchi tra le misure per il salvataggio della Fondazione. «I lavoratori del Maggio non sono più in grado di sostenere i ritardi per lo stipendio e già quello di settembre è arrivato incompleto», denunciano i sindacati.
Andrea Zitelli