Ha le unghie laccate di nero e i capelli morbidi a metà schiena. Ogni tanto se li tocca, li liscia. “Non li ho mai voluti tagliare, neppure quando mi hanno consigliato di farlo”. Al Salone del Libro di Torino per presentare il suo libro Io ci sono (scritto insieme a Giusy Fasano, cronista del Corriere della sera), Lucia Annibali parte proprio dall’importanza di quei piccoli vezzi quotidiani per raccontare la sua nuova vita. Quella che ha dovuto ricostruirsi dal 16 aprile 2013, quando il suo ex fidanzato, Luca Varani, incapace di accettare l’abbandono dell’estate prima, decide di ingaggiare due sicari albanesi con lo scopo di sfigurarla con l’acido e rovinarle la vita.
Seguono un letto d’ospedale e decine di operazioni chirurgiche. Tutto per darle un volto nuovo, diverso, che ha dovuto imparare a conoscere da zero. Una storia di feroce violenza su una donna che diventa l’occasione per parlare anche di tutte le altre. Situazioni che ritornano sempre più spesso sulle pagine di cronaca dei giornali, storie di amori “che nascono storti e finiscono anche peggio”. O, più semplicemente, di non amore, come si legge nel sottotitolo del suo libro. “Voleva annientarmi, ma non c’è riuscito” afferma oggi Lucia, a poco più di due anni di distanza da quel giorno. Oggi che è una persona diversa, “nuova e più bella”: cavaliere della Repubblica sotto la presidenza Napolitano, ma anche (e soprattutto) icona di tutte le donne “che non vogliono arrendersi alla sofferenza”.
Perché nonostante i momenti pieni di dolore, ciò che emerge dalle pagine della sua autobiografia è soprattutto la speranza: “Succede anche quando vado a parlare nelle scuole, tendo sempre a concentrarmi di più sul dopo, su come mettere le basi per una vita migliore”. Che in un futuro potrebbe anche essere in coppia, ma non adesso: “Ho bisogno di rimanere da sola un altro po’, devo stare attenta a non cadere negli stessi errori del passato”.
Una scelta che comunque non intacca la lucentezza dei suoi capelli né la cura delle sue unghie: “In questo sono un po’ civetta. Mi piace andare dal parrucchiere, essere in ordine. L’ho sempre fatto, anche durante le fasi del processo. Non c’è niente di più importante. Amarsi aiuta a mettere le basi per una vita più serena”.
Andrea Cominetti