Nando Pagnoncelli è una presenza fissa della trasmissione "Di Martedì" su La7

Nando Pagnoncelli è una presenza fissa della trasmissione “Di Martedì” su La7

Nando Pagnoncelli, amministratore delegato Ipsos Italia, si occupa delle votazioni del Festival di Sanremo da più di 15 anni. Nella 65esima edizione a governare tutto c’è un sistema misto e fatto di più componenti: giuria degli esperti, sala stampa, televoto e giuria demoscopica di 300 persone, ripristinata quest’anno. Al centro di qualche critica c’è proprio quest’ultima, che qualcuno – durante la conferenza stampa di martedì – ha indicato come poco rappresentativa. Pagnoncelli in quella sede ha replicato con una battuta: «Sanremo non è il club Tenco». Ai microfoni de La Sestina spiega come verrà scelto il vincitore di Sanremo 2015.

Che funzione deve avere una giuria demoscopica?
“Il Festival è un grande evento popolare, che ha al centro la musica ma tocca un pubblico decisamente più ampio. In questi anni c’è stata un’evoluzione molto forte che tiene conto del cambiamento sociale e della parte tecnologica. Se ci si spinge verso un tipo di giuria molto qualificata, costituita da forti acquirenti di musica, rischiamo di avere qualcosa che sia fortemente selettivo. Se, all’opposto, si cerca di selezionare un pubblico molto generico, non necessariamente vicino alla musica, rischiamo di avere giurie e gusti musicali distanti da quelle che sono le nuove tendenze. La difficoltà nella costituzione delle giurie è trovare l’alchimia giusta per avere un punto di equilibrio in un evento popolare che debba essere sempre fedele al tema centrale, quello della musica”.

Quest’anno si può votare anche tramite le app e il web. Che tipo di pubblico voterà online?
“Un pubblico più giovane, scolarizzato e istruito, evoluto. Anche questo non è irrilevante rispetto all’esito finale. Le quattro giurie devono servire ad avere un giudizio molto variegato, fornito da persone che hanno un livello di prossimità alla musica e un livello di competenza diversi. Il televoto è aperto a tutti, a chi acquista musica e a chi non l’acquista, a chi segue la performance di un artista e a chi segue l’aspetto musicale o il testo. Avere a che fare da un lato con giornalisti accreditati o qui o al Palafiori, dall’altro con il pubblico generico, attraverso il televoto, le app, i social, le communities, la telefonia fissa e gli sms, significa allargare il bacino di utenza. Poi abbiamo le giurie di esperti e di chi acquista musica indipendentemente dal canale. Ecco allora che è come mettere insieme una ricetta con diversi ingredienti. Il rischio è di eccedere in qualche ingrediente ma la statistica ci aiuta a bilanciare e a pesare bene il contributo delle diverse componenti”.

Il vincitore di Sanremo 2015 sarà il vincitore del pubblico o della musica?
Il tentativo è quello di avere sempre il vincitore della musica. Però noi sappiamo che in un Paese dove possono esserci diversi gusti musicali lo sforzo è che ci sia il giudizio più bilanciato possibile, che viene emesso da componenti diverse. È chiaro che non esiste la canzone migliore in assoluto, esiste una soggettività nelle valutazioni. Molte volte l’apprezzamento non è legato alla canzone o al testo ma alla performance o al fatto che ci si senta più attratti da una personalità o da un’icona. Il tema è questo: non fare di Sanremo un evento solo per iniziati ma tener fede a questa tradizione popolare che ha fatto di Sanremo l’evento con gli ascolti televisivi più alti dell’anno.

Marta Latini – inviata a Sanremo