- Francesco Renga – “Aspetto che torni”
Anche noi aspettiamo una novità dal buon Renga. Voce da marchio di fabbrica, risponde agli standard sanremesi ma non regala grandi emozioni.
Inutilmente sdolcinato
[ V: 6 ; MV: 6 – ]
- Nino D’Angelo e Livio Cori – “Un’altra luce”
Una coppia tutta partenopea: nuova e vecchia Napoli unite spalla a spalla in un’armonica ballata “d’ammmore”. Nino D’Angelo sorretto e trascinato dalla grinta di Livio Cori.
Altro che Napulè mille colori
[ V: 6 + ; MV: 7 ]
- Nek – “Mi farò trovare pronto”
Filippo Neviani -in arte Nek- è decisamente pronto a questa edizione di Sanremo e ce lo ricorda parecchie volte all’interno della sua canzone. Veterano dell’Ariston, domina il palco con energia in jeans attillati e chiodo. Buona la carica che fa dimenticare il testo un po’ monotono.
Si può fare
[ V: 7 ; MV: 7 ]
- The Zen Circus – “L’amore è una dittatura”
Il testo richiede concentrazione e un po’ di pazienza: alla terza strofa comincia lo show. Arrabbiati al punto giusto danno vita a un circo di emozioni che parla di un amore condito con topi, sangue e zanzare.
Disturbanti ma carichi come una molla
[ V: 7,5 ; MV: 7,5 ]
- Il Volo – “Musica che resta”
Resta dove? Voci impeccabili ma legate a un testo dimenticabile e banale. Con “baciami l’anima” e “siamo il sole in un giorno di pioggia” sfiorano il fondo del neomelodico contemporaneo.
Un budino di scontatezza: glicemia alle stelle
[ V: 6 – ; MV: 5,30 ]
- Loredana Bertè – “Cosa ti aspetti da me”
Dalla voce graffiante e inconfondibile, a 68 anni si prende il palco con chioma azzurra e spirito punk. Un domandone straziante in loop che si ripete per tutta la canzone: “Cosa vuoi da me, cosa vuoi da me, cosa ti aspetti dentro te”.
Complimenti con riserva
[ V: 7,5 ; MV: 7 ]
- Daniele Silvestri + Rancore – “Argento vivo”
“E adesso vi domandate se sia normale, se il solo mondo che apprezzo è un mondo virtuale”. Un testo forte, una denuncia sociale dichiarata attraverso lo schiaffo del rap di Rancore e accompagnata dalla melodia di Silvestri.
Un mix ben calibrato di rabbia e lucidità
[ V: 7,5 ; MV: 8 ]
- Federica Carta e Shade – “Senza farlo apposta”
Romanticismo 3.0. Toccano le corde giuste senza strafare. Bravi, voci limpide che si sostengono alla perfezione.
Accoppiamento riuscito come pane e nutella
[ V: 8,5 ; MV: 8,5 ]
- Ultimo – “I tuoi particolari”
Tante aspettative per il Peter Pan romano che quest’anno di esibisce tra i big.
V: «Un viaggio a volo d’uccello tra le paranoie di una storia finita male. Bella la melodia ma strofe confuse. Malinconico».
MV: «Una riflessione intima condita da una buona dose di senso di colpa. Tanto sincero da sconfinare nell’emotività. Viene voglia di urlarla forte».
Scatta l’abbraccio
[ V: 8 – ; MV: 8 + ]
- Paola Turci – “L’ultimo ostacolo”
Collage di strofe già sentite, musica effetto demo che annoia. Voce calda e sensuale che non delude, ma non basta.
Poco credibile
[ V: 6 ; MV: 6 ]
- Motta – “Dov’è l’Italia”
Motta si è perso e cerca l’Italia insieme a qualche nuova parola da inserire nel testo. Voce limpida e chiara, bella melodia pizzicata ma siamo in un loop senza fine.
Carico e angosciato
[ V: 7,5 ; MV: 7 ]
- BoomDaBash – “Per un milione”
Sound salentino che mette subito il buon umore. Difficile non farsi coinvolgere. Viene voglia di risentirla alla playa.
Piaciona
[ V: 8 + ; 8,5 ]
- Briga & Patty Pravo – “Un po’ come la vita”
La coppia non funziona. L’impressione è che si siano appena incontrati. Voce calda per lei, lui carico ma spaesato. Che il duetto sia stata una pazza idea?
Scoordinati: mix da acqua e olio
[ V: 6 – ; 6,5 ]
- Simone Cristicchi – “Abbi cura di me”
Un monologo poetico cantato. Commovente e profondo. Una dedica dolce che prende il “la” grazie all’armonia di archi e suggestioni.
Tra i favoriti
[ V: 8,5 ; MV: 9 ]
- Achille Lauro – “Rolls Royce”
Gratta da Rolling Stones e diverte come Elvis. Rimane in testa come una filastrocca. Una collezione di poster dell’adolescenza ritmata da tanta ambizione in chiave samba-trap.
Da finestrino abbassato e musica a palla
[ V: 6,5 ; MV: 7,5 ]
- Arisa – “Mi sento bene”
Inizio dolce, segue un’impennata di energia travolgente. Gorgheggi e virtuosismi di livello altissimo. Mette il buonumore. Perfetta da cantare a squarciagola sotto la doccia. Molto femmina.
Un grande chissenefrega e viva la vita. Serenamente
[ V: 8+ ; MV: 9 ]
- Negrita – “I ragazzi stanno bene”
Sound avvolgente in salsa western con un fischio alla Sergio Leone. Testo impegnato che porta scompiglio: “dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto. Come vuole un comandante a cui conviene il gioco sporco”. Negrita fino in fondo ma con pochi colpi di scena.
Sempre ganzi
[ V: 7 ; MV: 6,5 ]
- Ex-Otago – “Solo una canzone”
Cronaca di un amore ordinario. Quando il romanticismo non teme i piatti sporchi nel lavandino. Il racconto di una storia che ha visto passare tanti, troppi Natali. Gli unici genovesi sul palco sono delicati e autentici. Belli e veri.
Come spiare dal buco della serratura
[ V: 9 ; MV: 8 ]
- Einar – “Parole nuove”
Entra camminando timidamente sul palco ma la sua voce svela il gene cubano. Base un po’ cafona e testo ricorrente ma il ragazzo se la cava.
Da tenere d’occhio
[ V: 8- ; MV: 8 ]
- Anna Tatangelo – “Le nostre anime di notte”
Una voce che riempie il teatro ma non lascia nulla. L’ennesimo racconto di un amore agli sgoccioli. Testo banale e poco frizzante. Chiusura da masterpiece anni 80 poco riuscito.
Un peccato
[ V: 5,5 ; MV: 5 – ]
- Ghemon – “Rose Viola”
Flow lento e caldo. Un testo magnetico che racconta la sensualità da un punto di vista femminile. Non te lo aspetti da un rapper underground.
Sexy, glam, morbido come un bicchiere di vino rosso
[ V: 9 + ; MV: 9+ ]
- Irama – “La ragazza con il cuore di latta”
Attacco con carillon, coro gospel di accompagnamento e acuti difficili da raggiungere. Un testo fiabesco che rievoca e mixa in modo improbabile “Il mago di Oz” e “Mary” dei Gemelli Diversi. Ci prova, forse un po’ troppo.
Too much
[ V: 5 ; MV: 6,5 ]
- Enrico Nigiotti – “Nonno Hollywood”
Non tradisce le sue origini: si sente il mare e si vedono i suoi ricordi. Diretto e sincero, arriva al punto.
Senza tanti fronzoli
[ V: 8 ; MV: 8,5 ]
- Mahmood – “Soldi”
Ritmo travolgente, caldo e acido allo stesso tempo. Rimandi da mille e una notte magici che raccontano però una storia di vita cruda e disillusa. Dal sapor mediorientale, accattivante. Quasi perfetto.
Ipnotico
[ V: 9,5 ; MV: 9,5 ]