Le otto nuove proposte del Festival di Sanremo alzano la voce. Violenza sulle donne, bullismo, i veleni dell’Ilva. La retorica dei “giovani d’oggi” ha stufato e l’Ariston è un buon palco da cui sfatare qualche mito. Da qui questa generazione tutto appare tranne che dormiente. Tutti promossi.
Tecla Insolia, 8 Marzo – «E non basta ricordare di una data con un fiore se qualcuno lo calpesta». Nessun passo indietro per la vincitrice di Sanremo Young 2019, in gara con un brano che parla di donne e di violenza. Cosa sorprende di più? Ha solo 16 anni, compiuti lo scorso gennaio. La sua canzone è la più scaricata delle nuove proposte.
Eugenio In Via di Gioia, Tsunami – Freschi e interessanti. Si parla di una generazione sempre china sullo smartphone, bombardata da ondate di notizie che spengono la testa e creano alienazione. Distanti, egocentrici, individualisti: «Guarda lo tsunami che travolge la città. Dentro la mia testa calma piatta».
Fati, Due noi – Maledetta tenerezza. Innamorsi tra i portici e le strade di Bologna. Malinconia e serenità al contempo. Racconta quel periodo da godersi tutto: ci si pensa, ci si vuole vedere. Sereni e malinconici. Filone ital-pop indie. Fatto bene? Non male.
Fasma, Per sentirmi vivo – Qua c’è tanto bisogno di sfogarsi. L’autotune che a tratti sbuca dal microfono non dispiace, nemmeno se è Sanremo. «Cosa siamo diventati io e te? Sono quello che odiavi di me. Baby perché non mi ami?». Ahia. Il ragazzo è forte, come la sua canzone.
Matteo Faustini, Nel bene e nel male – Si ricasca un po’ nel cheesy. Ma il messaggio, tutto sommato, è positivo: trasformare il dolore in qualcosa di costruttivo. «Fa bene, fa male ed è un bene che ci faccia così male. Dentro il rancore si può ancora perdonare». Si può?
Gabriella Martinelli e Lula, Il gigante d’acciaio – Brano fortissimo. Le due ragazze urlano rabbia, la sfogano al microfono, sulla batteria e sulla chitarra. Una rabbia che sa di vento salmastro. E di amianto. Parlano di chi è cresciuto nei dintorni dell’Ilva. Di chi sarebbe costretto ad andarsene «per non morire» ma porta dentro la sua terra. Vivere o lavorare. Scappare o morire?
Leo Gassman, Va bene così – Compagno a X Factor di Anastasio, per lui l’approdo a Sanremo è tra le file delle nuove proposte. E ha buone chance di giocarsela. Brano motivational: stop all’autoflagellazione e al pietismo verso sé stessi. «Sei fatto così, dici sempre di sì, non accetti l’errore, ti rovini l’umore». Un dubbio: gli «Asimbonanga» sul finale?
Marco Sentieri, Billy blu – Tinte drammatiche, ritmiche dark e sincopate fanno da tappeto alla voce profonda di Sentieri. Bullismo, suicidio e perdono si intrecciano in una storia coinvolgente e sentita. Alla fine, forse cade un po’ nella tentazione di fare la morale.