Lo chiamano calo fisiologico di ascolti. La chiamano seconda serata di Sanremo. La adrenalina da grande inizio è scesa e l’apertura di serata con le nuove proposte un po’ incuriosisce e un po’ annoia. Ad alternarsi sul palco dell’Ariston mercoledì 7 febbraio ci sono i giovani: Lorenzo Baglioni con la sua bizzarra Il Congiuntivo, Giulia Casieri con Come stai, Alice Caioli con Specchi Rotti e il più politico Mirkoeilcane con Stiamo tutti bene: una canzone che racconta la traversata del mediterraneo vista dagli occhi di un bambino.

Poi è il turno dei big. Dopo il riscaldamento della prima serata eccoli di nuovo sul palco dell’Ariston. Iniziano le Vibrazioni con il loro rock sbarazzino ma pettinato quanto basta per essere digeribile in prima serata a Sanremo. Poi, al posto di Ermal Meta e Fabrizio Moro – che forse saranno esclusi dalla gara – arriva Nina Zilli: nonostante la bravura vocale, la canzone convince poco.

I primi ospiti – Il Volo – arrivano un quarto d’ora prima delle dieci: con l’aria di Puccini Nessun Dorma portano il momento orgoglio italico che è immancabile ad ogni festival. Poi arriva anche il tributo a Sergio Endrigo: cantano Canzone per te con il direttore artistico, Claudio Baglioni.

La gara canora riprende con il duetto di Roy Paci e Diodato. Una esibizione veloce ma intensa e poi è il turno di Pippo Baudo: uno dei grandi demiurghi del mito di Sanremo. Capelli bianchi ma verve di sempre, Baudo rassicura il pubblico delle vecchia guardia e dà inizio al momento auto-referenzialità, ricordando tutti i grandi momenti vissuti a Sanremo da presentatore e scopritore di talenti, in perfetto stile «l’ho inventato io».

Elio e le storie tese arrivano sul palco con Arrivedorci per la seconda esibizione di questo festival: nonostante l’affetto rimane un po’ di delusione per un addio meno spettacolare – e demenziale – del previsto. Biagio Antonacci è il secondo ospite: anche per lui arriva il duetto Baglioni con Mille giorni di te di me.

Dopo la veterana Vanoni, lo sketch Favino-Hunziker a suon di Despacito  aiuta a riprendersi dal torpore, ma servirebbe ben altro per risvegliare l’attenzione in questa seconda – lunghissima –  serata: sono le undici passate, si esibisce Red Canzian e il primo super ospite deve ancora comparire.

Alle 23.15 il miracolo: arriva Sting. E canta in italiano. Muoio per te è stata scritta da Zucchero. Sting ama l’Italia: dice di conoscere persino Verdi, ma forse l’ha confuso con Beppe Vessicchio, il sempreverde direttore d’orchestra del Festival che è riuscito a diventare un idolo social. Poi ecco il duetto con Shaggy, quello che in Italia era diventato famoso con It wasn’t me.

Dopo la breve esibizione della star internazionale, Baglioni intrattiene il pubblico della – ormai tarda – serata con una gag insieme a Franca Leosini. Cantano Questo piccolo grande amore:  «Baglioni, gliela potevi comprare una maglia bella comoda a questa ragazza – una felpa»? scherza la Leosini.

Ron è l’ottavo concorrente in gara. La sua Almeno pensami emoziona: il tocco di Lucio Dalla si sente e la sua intepretazione è – chiaramente – quella di un grande. Ma è quasi mezzanotte e manca ancora troppo tempo alla fine della seconda serata per non desiderare che l’esibizione di Renzo Rubino duri il meno possibile.

Chiudono la serata Annalisa e i Decibel. Prima del finale sull’Ariston arriva anche Vecchioni. Canta Samarcanda e Chiamami ancora amore. Con il Mago Forest gli ultimi minuti di attesa prima della classifica : Ron, Vanoni e Diodato+Roy PAci sono i preferiti della sala stampa. Nina Zilli, Red Canzian e – a sorpresa – gli Elii sono i meno votati. Ma è solo una classifica provvisoria. Il vero vincitore del festival si saprà solo domenica 10 febbraio.