È di Angelina Mango il voto più alto della quarta serata (Fonte: Ansa)

La serata delle cover,  da sempre uno dei momenti più amati della kermesse, ha regalato al pubblico dell’Ariston commozione, divertimento e attimi di pura follia: gli ingredienti per uno spettacolo promosso a pieni voti ci sono stati tutti e questo ha reso molto più facile essere generosi con i voti.

Sangiovanni con AitanaFarfalle/Mariposas6- Sangiovanni sceglie una cover del suo stesso brano: un po’ autoreferenziale, soprattutto a 21 anni. Aitana dà un tocco internazionale cantando in spagnolo, ma è l’unico valore aggiunto dell’esibizione.

Annalisa con La Rappresentante di lista e il Coro ArtemiaSweet dreams (Are made of this)8 Finalmente una canzone in cui Annalisa può mettere in luce le sue incredibili qualità artistiche. Un’estensione vocale come pochi, un’energia pazzesca. Il duetto con La Rappresentante di Lista funziona, e il coro lo arricchisce.

Rose Villain con Gianna Nannini, Scandalo/Meravigliosa creatura/ Sei nell’anima: 7.5 E così tornò il rock a Sanremo. A parte Loredana Bertè, quest’anno non ne avevamo visto neppure l’ombra. Rose Villain ha saputo reggere il palco accanto a un mostro sacro come Gianna Nannini, ripercorrendo assieme a lei i brani che l’hanno consacrata tra i grandi della musica italiana. La nota più dolce è sul finale, quando Rose dedica l’esibizione alla mamma che non c’è più. Di Gianna che dire? Non solo domina il palco: se lo mangia. È nell’anima e lì la lasciamo per sempre.

Gazzelle con Fulminacci, Notte prima degli esami: 6.5 L’abbiamo intonata tutti almeno una volta nella vita e stasera l’abbiamo cantata a squarciagola grazie ai due giovani cantanti romani. Un’esibizione amarcord che ci regala anche il primo sorriso di Gazzelle in questo Sanremo. L’aria da liceali ce l’hanno: forse anche per questo sono credibili in questa interpretazione.

The Kolors con Umberto Tozzi, Ti amo/Tu/Gloria: 7 Eravamo abituati a sentire queste canzoni al veglione di Capodanno, ma The Kolors hanno portato una ventata di freschezza. Speriamo che abbiano voglia di accompagnare Tozzi anche il prossimo 31 dicembre.

Alfa con Roberto Vecchioni, Sogna, ragazzo, sogna: 6.5 La scena è quella di un maestro con il suo allievo. Si vede che Alfa ha imparato la lezione, ma ancora non sa interpretarla al meglio. Maturità rimandata. Tutt’altra storia per Vecchioni, che cantando riesce a trasmettere il significato profondo dietro a ogni parola. Per lui standing ovation.

Bnkr44 con Pino D’Angiò, Ma quale idea: 6.5 Come il cioccolato con il peperoncino: completamente diversi ma sorprendenti insieme. Mai ci saremmo aspettati di vedere l’accoppiata Bnkr44 e Pino D’Angiò, eppure si è rivelata una scelta vincente per entrambi. I primi cantano e ballano un brano leggero, nelle loro corde, accostandosi a un signore della musica italiana che sottrae loro quell’aria di teenager al liceo che finora li aveva caratterizzati. Dall’altra Pino D’Angiò si scatena in un ballo che, dopo Lorella Cuccarini, lo incorona performer della serata.

Irama e Riccardo Cocciante emozionati dopo l’esibizione della cover (Fonte: Ansa)

Irama con Riccardo CoccianteQuando finisce un amore: 8 Tutti in piedi di fronte a un Cocciante visibilmente commosso. Difficile per un ragazzo come Irama interpretare un testo che richiede una grande maturità artistica e persale. Difficile, ma lui ce l’ha fatta. Bravo Irama.

Fiorella Mannoia con Francesco Gabbani, Che sia benedetta/Occidentali’s Karma: 8.5 Questa è la Fiorella Mannoia che ci piace. Su Che sia benedetta è classica, intensa, consapevole del messaggio che deve trasmettere. Poi l’incontro con Gabbani: prima ironica, poi scatenata, fino a togliersi la giacca per ballare in libertà. Ci conferma che in questo Festival la scelta di Mariposa è stata sbagliata, ma Fiorella Mannoia è ancora giustissima.

Santi Francesi con Skin – Hallelujah: 8.5 Skin in inglese significa pelle, e la nostra stasera è piena di brividi per la sua voce unica e graffiante. L’esibizione ha fatto tremare il palco dell’Ariston. Per i Santi Francesi non è stato facile starle dietro, ma d’altronde per chi lo sarebbe? Complimenti per il coraggio.

Ricchi e Poveri con Paola e ChiaraSarà perché ti amo/Mamma Maria: 8 Dobbiamo essere sinceri: non abbiamo idea di come abbiano cantato. Dalla prima nota in poi ci siamo lanciati in un karaoke collettivo che si è presto trasformato in un ballo di gruppo. Che fosse questo l’obiettivo? In questo caso, pienamente raggiunto.

Ghali con RatchopperMedley: 8 Un medley sull’Italia che cambia. Partendo con Bayna Ghali omaggia le sue radici, con l’Italiano vero di Toto Cutugno dichiara l’attaccamento al Paese in cui è nato e cresciuto, e con il suo “TVB” in Cara Italia rivendica tutte le sfaccettature della sua identità. Un’esibizione che entusiasma e non lascia indifferenti.

Clara con Ivana Spagna e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino, Il cerchio della vita: 6- Outfit matchato e “criniere” sciolte che creano volume anche alla loro esibizione. Il problema è che i capelli sono l’unica cosa che movimenta la loro esibizione. Tutto è statico, fin troppo controllato. Fino all’ultimo aspettiamo il ruggito del leone, ma non arriva.

Loredana Bertè con Venerus – Ragazzo mio: 6.5 Loredana non convince come le altre sere e neanche Venerus brilla particolarmente. Complice la falsa partenza, l’esibizione è piacevole ma non colpisce. Probabilmente Bertè sta conservando le energie per il gran finale di domani, in cui sa di avere le carte in regola per puntare alla vittoria. Saggia.

Geolier con GuèLuchè e Gigi D’AlessioMedley dal titolo “Strade”8 Metà della scena rap italiana sul palco dell’Ariston. Più Gigi d’Alessio che però porta Napoli. Con Guè, Luchè che spunta dal pubblico e soprattutto il Gigi nazionale (che tutto può), a Geolier piace vincere facile: è riuscito a far parlare in napoletano persino Amadeus.

Angelina Mango con il Quartetto d’archi dell’orchestra di RomaLa rondine: 9.5 “La mia rondine andata via”: il pensiero e il cuore di Angelina Mango stasera sono tutti per suo papà. Angelina dà peso a ogni parola, a ogni nota. Fragile, poi forte. Le lacrime scendono facilmente. Questo è il suo Festival.

Alessandra Amoroso con i Boombdabash, Medley: 8 Quando ritrova le sue radici dà il meglio di sé. Alessandra Amoroso insieme ai Boomdabash porta il Salento all’Ariston e riesce a coinvolgere tutto il pubblico. La sua voce la conoscevamo già, ma questa sera abbiamo riscoperto la gioia di ascoltarla. Notevole anche il look, perfetto per trasmettere la leggerezza dell’esibizione.

Dargen D’Amico con la BabelNova OrchestraModigliani sulle note di The Crisis: 6.5 Per Dargen essere sul palco dell’Ariston è importante più per portare un messaggio che per la gara. L’esibizione non lascia il segno. La dichiarazione finale sì: «Dall’altra parte del mare ci sono bambini mutilati senza anestesia. Se abbiamo il coraggio per voltarci davanti a queste cose, usiamolo per chiedere il cessate il fuoco».

Mahmood con i Tenores di BittiCome è profondo il mare: 8.5 L’esibizione ha tutto. La voce di Mahmood è impeccabile e arriva dritta. Sul palco porta un pezzo della sua Sardegna e omaggia Lucio Dalla. Il look è da classico bravo ragazzo: dopo la sua interpretazione siamo certi che lo è davvero, anche quando indossa una tuta gold.

Mr Rain con i Gemelli Diversi, Mary: 7.5 C’è chi l’ha cantata a squarciagola e chi mente. Mary e i Gemelli Diversi ci fanno fare un tuffo nella nostra infanzia. Mr Rain convince più in versione rap che pop. Le farfalle della Nazionale olimpica, poi, incorniciano l’esibizione con un’eleganza che le ha contraddistinte sulle pedane di tutto il mondo. Gaffe di Amadeus: entra prima della fine dell’esibizione. Non avrà visto le prove generali dell’esibizione?

Negramaro con Malika Ayane, La canzone del sole: 6.5 Dopo le esibizioni poco convincenti delle due serate precedenti, torna sul palco il gruppo che conoscevamo. Complice la voce calda di Malika Ayane che riscalda l’atmosfera. I Negramaro sono tra i pochi artisti che ci riportano al Festival “tradizionale”, che è molto lontano da quello disegnato da Amadeus. Musica e voce.

Emma con Bresh, Imbranato/Non me lo so spiegare/ Sere nere: 7 Emma ha un’incredibile capacità di entrare in sintonia con chi la affianca sul palco. Stavolta è la sorella maggiore, che ascolta e consiglia il giovane talento di Bresh. Furba la scelta delle canzoni di Tiziano Ferro, che tutti conoscono e hanno voglia di cantare. Ma si poteva fare di più.

Il Volo con Stef Burns – Who Wants to Live Forever: 6 Se il cioccolato andava bene col peperoncino, questa esibizione assomiglia di più alla pizza con l’ananas. Non ci sta. Il chitarrista di Vasco è perfettamente calato nel pezzo, ma lo stesso non si può dire dei tre tenori. La dimostrazione che l’estensione vocale non può tutto.

Diodato sul palco con Jack Savoretti (Fonte: Ansa)

Diodato con Jack SavorettiAmore che vieni, amore che vai: 9 Un inizio teatrale per un’esibizione intensa e in costante crescendo. L’alchimia tra i due è perfetta. Diodato ha tenuto il meglio per questa serata delle cover.

La Sad con Donatella Rettore – Lamette: 6.5 Ci vorrà del tempo per riprendersi da questa esibizione. Il punk di oggi (i La Sad) e il punk di ieri (Donatella Rettore) sconvolgono il palco dell’Ariston, rompendo tutti gli schemi. A partire dal testo che tratta di autolesionismo. Un tema considerato scomodo da trattare a Sanremo nel 2024. Rettore ne parlava già 50 anni fa.

Il Tre con Fabrizio Moro, Pensa/Portami via/Il senso di ogni cosa: 6.5 Il Tre non sparisce di fianco a Fabrizio Moro sui brani di Fabrizio Moro, e già questo è un successo. L’abbraccio finale racconta tutta la complicità che si è creata tra i due artisti, e ci viene voglia di sorridere.

BigMama con GaiaLa Niña e Sissi, Lady Marmalade: 7 Le ragazze di Porta Venezia in salsa napoletana. Sono giovani, ambiziose, determinate e quando si uniscono non le ferma nessuno. Per BigMama la coreografia provocante ha il sapore del riscatto. E sul palco è lei la più sexy.

Maninni con Ermal Meta, Non mi avete fatto niente: 7.5 È difficile sostituirsi a Fabrizio Moro, ma Maninni dà il massimo e si rivela un’ottima spalla per Ermal Meta. Il messaggio della canzone a sei anni dalla vittoria a Sanremo resta drammaticamente attuale, e i due artisti ne sono consapevoli. Loro cantano, noi riflettiamo.

Fred De Palma con gli Eiffel 65, Too much of heaven/Viaggiare insieme/Blue: 6.5 Far ballare il pubblico diventa difficile all’1:30, ma gli Eiffel 65 ci riescono. Il freestyle di Fred De Palma aggiunge un elemento di imprevedibilità all’esibizione. Non sarà il momento più memorabile della serata, ma si portano a casa una sufficienza piena.

Renga e NekMeravigliosa/Angelo/Fatti avanti amore/Laura non c’è: 6 Gli unici senza ospite. Sono una coppia, quindi basta e avanza. Per due artisti come loro è facile brillare di più con le cover dei loro pezzi storici che con la canzone sanremese. Ma tutto è rimasto uguale a come ce lo ricordavamo 20 anni fa, persino la performance sul palco.