Amadeus e Giorgia festeggiano i 30 anni di “E poi” (Rai)

«Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me»… E poi: «Questa non è Ibiza»… Sono le note di Mon Amour di Annalisa e di ITALODISCO dei The Kolors a inaugurare la seconda serata del 74esimo Festival della Musica Italiana. Dei concorrenti e Amadeus questa volta però non si vede traccia: ad aprire le danze è un inedito nonno Ruggero di Viva Rai 2!, che porta una raffica di allegria reinterpretando i due tormentoni estivi del 2023. Il direttore artistico si collega dal green carpet con “Ciuri Ciuri” Mr. Fiorello per il consueto momento simpatia, poi corre sul palco e si comincia.

A brillare però non sono le luci dell’Ariston, ma la co-conduttrice una volta vincitrice del Festival Giorgia: entra a gamba tesa, letteralmente, con un’esibizione emozionante di E poi e un outfit da urlo: giacca da smoking, hot pants e stivale a gamba alta. Si riparte da dove si è cominciato, con più consapevolezza: «Crescendo ti importa di piu di dire una parola, che non di cantarla in un certo modo». Per il resto della serata la cantante opta per look anni trenta con frange e lustrini. Stupenda nel suo momento, il medley, dove interpreta il brano con cui ha vinto la kermesse nel 1995, Come Saprei. La voce fa tremare il Tempio della musica italiana, gli applausi sono un terremoto, come la sua voce, che potrebbe buttare giù un muro. Immensa.

Ci vuole un attimo per ingranare dopo il ‘tornado Giorgia’, ma il palco si trasforma presto in un salotto dove artisti in gara, “presentatori” e conduttori si incontrano, si salutano e scherzano. In piazza Colombo questa volta c’è Rosa Chemical, forte del suo exploit con Made in Italy, affiancato da una band tutta al femminile. Niente trucco, niente orpelli kitsch e nessun bacio scandaloso per l’artista. Rimangono quell’energia inconfondibile e i suoi iconici tatuaggi.

Giovanni Allevi durante l’esibizione di Tomorrow (Rai)

Si ritorna poi all’Ariston, dove per più di un minuto il pubblico applaude Giovanni Allevi, che ripercorre la sua malattia e la riscoperta della semplicità dopo una carrriera precoce, che lo ha portato sui palchi di tutto il mondo: «Dopo una vita con concerti sold-out, un giorno vedo una poltrona vuota e mi sorprendo, non ci dormo», racconta il pianista, «A ripensarci poi, durante il lungo periodo in ospedale, ho sorriso pensando davanti quante poltrone vuote  ho suonato nella vita. Non sapete quanto darei per potermi esibire di fronte a 15 persone». Suona Tomorrow, di fronte a un pubblico commosso, di fronte sé stesso, con il sorriso sul volto e un look semplice. L’Ariston applaude due volte durante l’esibizione. Poi la standing ovation: «Questa è la forza della musica, la forza della vita», chiude Amadeus salutando il maestro.

Subito dopo, l’Ariston ritrova un’atmosfera popolare che affonda le sue radici nella terra. O piuttosto nel fango. Orchestra Casadei e Santa Balera riportano sul palco i suoni della Romagna, terra natia di Amadeus, colpita pochi mesi fa dall’alluvione che ha messo in ginocchio l’intera regione. Ed ecco che il Tempio della musica italiana diventa una sala da liscio degli anni ’50, con Giovanna Civitello che volteggia insieme al figlio tra altre coppie del pubblico. Un omaggio bellissimo a Secondo e Raoul Casadei, padri di Romagna Mia, le cui note hanno riempito e avvolto il teatro di un’atmosfera unica.
D’un tratto, si spezza la commozione, il folklore, la magia. Per far spazio a un momento cringe: se il momento d’apice della serata doveva corrispondere all’arrivo del super ospite d’oltreoceano John Travolta, la gag tra l’attore, Amadeus e Fiorello è un po’ buttata lì. Prima ballano insieme Saturday Night Fever, Grease, Pulp Fiction. Amadeus si toglie addirittura le scarpe. Poi Fiorello riporta tutto ai tempi delle sue stagioni nei villaggi turistici, con il Ballo del Qua Qua, e la situazione degenera. John non capisce niente, è visibilmente confuso, non sa dove si trova, lo hanno trasportato lì senza che lui sappia perché. Parte la tarantella. «La tua carriera finisce qui», ride Fiorello. L’attore statunitense non capisce ancora nulla, ma ride. La gag si spegne. Boh.

La top five – A votare questa sera giurie delle radio e pubblico da casa, che hanno la classifica della prima serata, senza stravolgerla. Ad essere premiato questa volta è Geolier con il suo napoletano, un giusto coronamento dopo la visita del cast di Mare Fuori, l’amatissima serie ambientata a Napoli. Si riconfermano dalla top five della prima serata 3 artisti su 5. Ecco la lista completa.

1. Geolier – I p’ me, tu p’ te
2. Irama – Tu no
3. Annalisa – Sinceramente
4. Loredana Bertè – Pazza
5. Mahmood – Tuta gold

Le pagelle – Fred de Palma, Il cielo non ci vuole 4 (presentato da Ghali)  Apre le danze. Ghali fa il suo ingresso con un look guanti mozzafiato… Il cielo non ci vuole, ed è colpa del reggeaton Fred! Bella la dedica ai genitori Antonio e Mimma, che sono in sala, ma sul pezzo proprio non ci siamo.

Renga e Nek, Pazzo di te 4 (presentato da La Sad)  I La Sad si presentano in smoking coordinati, con un’immagine di Amadeus sulla schiena. All’unisono introducono “Renga e Nek”, che confermano la bella la dinamica tra la coppia di veterani. Scmabio di abiti rispetto alla prima serata, ma sempre in blu e arancione, la camicia rimane la stessa. Belle le voci, la chimica, l’amicizia. Ma sanno di riso sciapo, di una Sanremo demodée.

Alfa, Vai! 6,5 (presentato da Mr Rain)  Entra con la scopa di Morandi, esce correndo dopo aver dato un fiore all’orchestra. Al riascolto la canzone ricorda un pop britannico già sentito, alla Ed Sheeran de’ noantri, ma lui ha talmente tanta energia che va bene così. Cresci bene, che ripasso.

Dargen D’Amico, Onda alta 8 (presentato da Diodato) Sul palco si inizia con una gag, i due artisti fanno finta di non conoscersi, si presentano. Diodato si dice fiero di presentare Dargen dopo le parole di ieri sera sul cessate il fuoco. Il rapper si presenta con un bel completo con luna piena e cielo stellato. A fine esibizione, dopo una cantata straripante, Dargen precisa: «Io non volevo essere politico. Ho fatto tante cazzate, anche gravi, ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica. Con il mio messaggio volevo concentrarmi sull’amore e sulle cose che abbiamo in comune».

Il volo, Capolavoro 5 (presentati da Rose Villain) Lei bellissima in vestito argento a balloon, come un decoro natalizio ma sexy. Brava nel presentare, molto pulita. Il trio della lirica pop è indiscutibilmente potente a livello vocale, ma ricordano i cantanti dei bar-trappola per turisti di Venezia. Niente di nuovo, niente di speciale, non un capolavoro.

Gazzelle, Tutto qui 5 (presentato dai Bnkr44)  Il cantante romano arriva sul palco con lo stesso outfit del giorno prima. Avrà fatto nottata? Speriamo si sia cambiato l’intimo almeno. Con i Bnkr44 in tenuta da giocatori di football, all’Ariston sembra per un momento di essere a un raduno sportivo. Esibizione non memorabile, con qualche stangata vocale e poca, pochissima grinta. Sarà la canzone, ma non centra assolutamente il punto. Tutto qui? Sì, davvero.

Emma, Apnea 6,5 (presentata dai Santi Francesi) L’unico accenno di personalità per Emma in questo Sanremo sono le calzature: sì allo stivale in latex, ma Apnea continua a sembrarci una canzone da sala d’attesa. La voce è bella, ma il brano non rimane.

Mahmood, Tuta Gold 9 (presentato da Alessandra Amoroso) Sì, mille volte sì. Lui porta il corsetto, un pantalone un po’ cargo un po’ baggy, top monospalla. Eppure siamo nei quartieri popolari dove è cresciuto, con la tuta gold e i denti d’oro, con i fiori in tasca e le Air Max. Che dire, questo fenomeno non sbaglia un colpo a Sanremo. Sulla canzone niente da dire: c’è il rischio tripletta. Ritmo del brano travolgente: c’è chi balla ascoltandola, e chi mente.

Big Mama, La rabbia non mi basta 7,5 (presentata da Il Tre) Scende la scalinata facendo il simbolo transfemminista, poi a fine esibizione lancia un messaggio per la comunità queer: “Amate liberamente”. Più gotica di Notre Dame, più rossa del fuoco. Si lascia andare all’emozione e alla performance, ma in fondo va bene così. Cappuccio approvato per un tocco monacale, tra il sacro e il profano. Sì alla trasformazione del look a metà esibizione, che svela i collant rossi e prepara il pubblico per l’accenno di twerk nel finale della canzone.

The Kolors, Un ragazzo, una ragazza 6,5 (presentati da Angelina Mango) Provate a togliervela dalla testa. Non ci riuscirete. Neanche se odiate il brano della band di ITALODISCO. Un mood perfetto per le serate goliardiche dei giovani teenagers, e perché no per qualche sgambata sul lungomare di Sanremo quest’estate. Energici, sorridenti, ma nulla di nuovo.

Geolier, I p’me, tu p’te 7,5 (presentato da Fiorella Mannoia) Outfit Yin e Yang, total white e total black. Fiorella presenta il rapper napoletano in tenuta angelica, a raccontare il peccato ci pensa lui. Una performance solida, lui riempie il palco e lo sa, si spinge sino all’orchestra e fa ballare l’Ariston. Napoli scorre per le vie della città dei fiori grazie alle sue barre, con tutte la loro durezza e armonia. I p’me, tu p’te, un sussurro nel finale che si sente forte e chiaro.

Loredana Bertè e il suo “presentatore” Sangiovanni (Rai)

Loredana Bertè, Pazza 8,5 (presentata da Sangiovanni) La chimica presentatore-artista sorprende, e non poco visto il gap d’età non indifferente. Lei è come un uccello del paradiso, col piumaggio alla Valentino. Come per Sangiovanni, tutti noi aspiriamo ad avere il suo coraggio da grandi. Standing ovation del pubblico: “L’Italia è pazza di te Loredana”. Se si sente parlare di punk e rock in questo festival è grazie a lei.

Annalisa, Sinceramente 8,5 (presentata da Maninni) Tell me when will you be mine, tell me quando quando quando… Il bossa nova però non va più di moda ormai. Ci pensa la cantante ligure, con una esibizione all’altezza delle aspettative: difficile non vedere la canzone nella top five di questa sera. Voce devastante, performance e ritornello ipnotici. Sinceramente, top.

Irama, Tu no 7,5 (presentato dai Ricchi e poveri) Stesso ciondolo di ieri tra le mani. Stesso pantalone in pelle nera. Irama e il suo nuovo look hanno un che di qualche personaggio di The Witcher, in chiave tenerona. Performance buona, voce caratteristica e uno stile inconfondibile, anche se alcune chiusure di voce rendono difficile l’ascolto. Si sente l’impegno, il sentimento genuino, applaudito anche dai Ricchi e Poveri, che lo presentano come due nonni alla festa di compleanno.

Clara, Diamanti grezzi 8 (presentata da Negramaro) Una fata in chiusura della seconda serata. Giuliano Sangiorgi commuove con il suo augurio prima di cominciare: “Avevamo vent’anni quando abbiamo fatto il nostro primo Sanremo. Ti auguriamo di volare altissimo”. E lei vola altissimissimo. Ipnotica e vocalmente pronta per il grande palco, forse ancora un po’ impacciata ma chissene frega. Nei diamanti grezzi non si cercano le impurità, quando se ne consce il valore.