Una messa laica per celebrare la ricostruzione della Scala dopo la guerra. L’11 maggio è stato il 77esimo anniversario della riapertura del teatro meneghino dopo i bombardamenti alleati che, ottanta anni esatti fa, danneggiarono i palchetti e la platea. Per l’occasione il Coro del Piermarini diretto da Alberto Malazzi, insieme a due pianoforti e un armonium, ha eseguito la Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini. Negli ultimi anni, la Scala ha deciso di usare questa ricorrenza per mostrare tutti i suoi complessi: due anni fa la Filarmonica, poi il Corpo di ballo e adesso il Coro. Il concerto è stato gratuito, decisione che ha permesso anche a chi non ha mai assistito a uno spettacolo nel più importante teatro milanese di potere partecipare.

Il programma – La messa di Rossini ritorna sul palco scaligero dopo cinque anni. Il brano è, come dice il nome, una messa. Quindi i canti sono quelli tipici di una celebrazione liturgica: il Kyrie Eleison, il Gloria, il Credo, la preghiera all’offertorio, il Santo, la comunione e l’Agnus Dei. La composizione, seppur catalogata come musica sacra, in realtà non è destinata a un ambiente liturgico: la prima, diretta dal musicista pesarese, è stata suonata nella casa di una contessa di Parigi il 13 marzo 1864. Inoltre, il brano prevede l’utilizzo del pianoforte, uno strumento non adatto all’acustica di una chiesa.

La platea della Scala
Foto di Alessandro Rigamonti

Il pubblico – Settantasette anni fa, alla riapertura della scala diretta da Arturo Toscanini assistettero 5mila persone in sala, 40mila in piazza Leonardo Da Vinci e milioni di radioascoltatori. Quest’anno il concerto, seppur gratuito e in streaming su LaScalaTv, non ha fatto registrare il “tutto esaurito”. Bisogna anche considerare che è stato eseguito alle 11 di un giovedì mattina. Variopinto il pubblico che si è presentato al Piermarini: da chi è ormai un habitué della Scala, a chi ha sfruttato l’occasione per assistere per la prima volta ad uno spettacolo in platea.

Il concerto – Novanta minuti di concerto senza intervallo. La messa di Rossini è stata eseguita a flusso continuo. Il Coro del Teatro alla Scala diretto da Malazzi, insieme a due pianoforti e un armonium, (suonati rispettivamente da Giorgio Martano, Marco De Gaspari e Salvo Sgrò) ha accompagnato l’esecuzione dei solisti: la soprana Cristina Injeong Hwang, la mezzosoprana Romina Tomasoni, il tenore Michele Mauro e il baritono Devis Longo. Alla fine dell’opera, il pubblico ha tributato sei minuti di applausi agli artisti. Sono i solisti a raccogliere i battimani più fragorosi, accompagnati anche dai complimenti del coro stesso.

I musicisti durante l’esecuzione della messa di Rossini
Foto di Alessandro Rigamonti

Storia – La notte tra il 15 e il 16 agosto 1943, la Scala fu bombardata dagli aerei della Raf, l’aviazione britannica, e la volta, i palchi, i camerini vennero distrutti. Fortunatamente rimasero intatti la facciata e il palco. Nonostante tutto, la stagione scaligera andò avanti in altre sedi. Con la fine del conflitto, il sindaco socialista Antonio Greppi volle subito ricostruire il teatro. L’ingegnere Luigi Lorenzo Secchi riuscì nel tentativo di conservare l’acustica del teatro. L’11 maggio 1946 Toscanini, ritornato sul palco della Scala dopo l’esilio in America, diresse il primo concerto del dopoguerra con un programma nazionalpopolare: Rossini, Verdi, Puccini e Boito.