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Cinque dei più grandi musei italiani non hanno più un direttore. Lo ha deciso il tribunale amministrativo del Lazio che ha annullato le nomine decise dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini il 7 maggio del 2015. Quasi certo, comunque, il ricorso al Consiglio di Stato da parte del ministero, che si mette quindi in rotta di collisione con la magistratura amministrativa.
Come anticipato da Il Sole 24 ore, il Tar ha depositato il 24 maggio le due sentenze. La prima riguarda i direttori del Palazzo Ducale di Mantova e del Parco archeologico di Paestum, entrambi stranieri. Secondo il Tar, nell’articolo 38 del decreto legislativo 165/2001 che regola l’assunzione dei dipendenti pubblici, non ci sono norme che permettano di assumere dirigenti pubblici non italiani. Per questo motivo sono state bocciate le nomine dello storico dell’arte austriaco Peter Assman a Mantova e dell’archeologo tedesco Gabriel Zuchtriegel  a Paestum. Discorso diverso per i direttori del  Il museo della Magna Grecia a Reggio Calabria, la Galleria estense di Modena e il Museo archeologico nazionale di Taranto. Secondo il Tar il problema sta nel modo in cui sono stati selezionati nel concorso internazionale del 2015. Prove orali a porte chiuse o su Skype avrebbero impedito il «libero ingresso al locale, non solo a terzi estranei ma anche agli altri candidati».

Franceschini protesta- «Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il TAR Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio» Così ha commentato Franceschini su Twitter dopo aver appreso la notizia. La nomina di 20 super direttori era stata la parte centrale della sua riforma del 2015. L’obiettivo era, ed è, quello di rilanciare l’organizzazione museale dando ai super direttori autonomia finanziaria e amministrativa. Su 1200 candidati, il ministro ne aveva scelti 20, di cui sette stranieri, da una rosa selezionata prima da una commissione di esperti. Le scelte, in  particolare quelle oltreconfine, avevano scatenato molte polemiche. Franceschini aveva risposto con un tweet ironico: «Mettiamola così: abbiamo nominato 20 direttori europei, nessun straniero. In futuro qualcuno dall’estero lo vorrei».