Alle tre del pomeriggio Mirko Mancini, in arte Mirkoeilcane, è sul balcone fuori dalla sala stampa del Teatro Ariston. Ultimo piano, sotto ci sono i vicoli del centro. «Ao’ è troppo alto qua. Me sposto vicino al muro». Romanità verace, non esibita. Si accende una sigaretta e chiacchiera della sua canzone, “Stiamo tutti bene”. «Mi diranno che è un pezzo politico, già lo so. Ma è un tema che mi sta a cuore, ci tenevo…».

Nella prima esibizione delle “Nuove proposte”, la canzone di Mirkoeilcane viene bocciata dalla giuria demoscopica. Quarto su quattro, non proprio un successo. Ma in sala stampa è l’unico pezzo che riscuote applausi. E un motivo c’è. Non è una ballata sanremese, non è neppure il classico pezzo di protesta arrabbiato e schitarrato. È un flusso di coscienza, quasi una poesia, un viaggio nella testa di un bimbo che parte con la madre dall’Africa verso l’Europa. E non arriva al termine del suo viaggio della speranza.

“Stiamo tutti bene” è la storia di Mario, 7 anni («7 e mezzo, per la precisione»). Ascolti la prima strofa e pensi che si parli di un qualsiasi ragazzino italiano. Gioca a calcio con gli amici, non gli piace stare in porta, vuole bene alla mamma ma non vede il papà da qualche mese. Figlio di coppia divorziata? No, Mario è un bimbo africano. E un giorno la mamma lo preleva dal campetto per partire: «Mario vieni qua / prendiamo tutto quel che abbiamo / e raggiungiamo papà». Parte il viaggio, Mario assiste senza capire alla morte di altri uomini finché alla fine si arrende anche lui: «Non ho forza, chiudo gli occhi / e non so neanche nuotare».

C’è un po’ di Silvestri, un po’ di Cristicchi, anche un po’ del Barbarossa dialettale in Mirkoeilcane, 31enne di Roma, cantautore e chitarrista. Nasce e cresce alla Garbatella, borgata nel sud della città, zona multietnica e popolare. Si fa notare come compositore di colonne sonore (tra i suoi lavori, le musiche della web serie “Forse sono io” e del film “I peggiori”, con Vincenzo Alfieri, Miriam Candurro e Lino Guanciale). Poi, nel 2016, tenta la carriera da solista. Il Festival di Sanremo, nella sezione nuove proposte, è il suo primo grande palcoscenico.

«E io pensavo che a Sanremo ci sarei andato solo in vacanza…», confessa nella clip che lancia il suo brano. Alle sue spalle, il mare ligure: «Con questo sfondo, cantare “Stiamo tutti bene” mi viene naturale». Sul balcone della sala stampa però sospira: «Ho appena dato un’intervista a Il manifesto, chissà che me diranno domani…». Intanto però riceve gli applausi dei giornalisti, e più di un like sui social. Forse non vincerà, ma “Stiamo tutti bene” è una delle canzoni più significative di questo Sanremo.