«La storia di Taranto deve essere più forte del suo presente». Per l’assessore alla Cultura Fabiano Marti sembra quasi naturale, ma non è così. A qualche chilometro di distanza dal centro cittadino c’è il più grande impianto siderurgico d’Europa, l’Ilva, che da quarant’anni rappresenta una spada di Damocle sulla testa dei tarantini e non solo. In una città così, parlare di un’altra industria sembra impossibile. Eppure, i 90 mila arrivi e le 258 mila presenze a Taranto del 2018, in costante aumento negli ultimi 4 anni, raccontano di un polo turistico e culturale importante, capace di mostrare il meglio dei suoi ventinove secoli di storia. Quel “diamante in frantumi”, come Pier Paolo Pasolini descrive la città ionica nel suo reportage La lunga strada di sabbia, sembra oggi potersi finalmente ricomporre in maniera diversa.
La città vecchia si rinnova– A Taranto sembra esserci un’aria nuova soprattutto per il centro storico, conosciuto come la città vecchia. Racchiuso tra le colonne doriche di Piazza Castello e la chiesa di San Domenico, unione tra storia e fede, negli ultimi anni il cuore più antico della città si è rinnovato. Negli anni ’70 lo storico dell’arte Giulio Carlo Argan lo definì “uno dei più affascinanti d’Italia”, oggi il centro storico tarantino combatte tra la bellezza decadente di alcuni palazzi, ormai abbandonati, e la sua voglia di resistere. La sede dell’Università e dell’Istituto Musicale Paisiello, i nuovi pub, caffetterie e bed & breakfast, nati nelle antiche residenze patrizie, gli hanno dato una nuova fisionomia e oggi sempre più turisti vedono la città con occhi diversi. «Chi arriva oggi a Taranto ha voglia di conoscere il suo vero spirito, anche se nell’immaginario collettivo resta sempre collegata all’Ilva» evidenzia Giovanni Cianciaruso, che porta i turisti in giro per la città con il servizio “Taranto in calessino”. Il riferimento alle ciminiere e al parco minerario appena coperto dell’ex Italsider, visibili da Piazza Castello dove partono i tour turistici, non è casuale. Eppure, come ribadisce Cianciaruso, «questa città ha tanto da offrire, soprattutto la città vecchia».
L’anima di Taranto- Nei vicoli del suo centro storico Taranto conserva il meglio della sua tradizione storica e religiosa. Qui si trova la più antica Cattedrale in Puglia, quella dedicata a San Cataldo, patrono della città. Realizzata nel X secolo, unisce il meglio della tradizione artistica pugliese, dal romanico delle navate al barocco della facciata e delle cappelle. Il senso e l’attaccamento religioso dei tarantini verso il loro santo patrono è pari solo a quello che ogni Venerdì Santo li porta a seguire e a partecipare alla processione dei Misteri. Nata nel 1765, la cerimonia porta le statue che rappresentano la passione di Gesù Cristo lungo le vie della città per tutta la notte. Una processione divenuta un vero e proprio simbolo per la città. Sono dedicate ai Misteri alcune sale del museo etnografico Majorano, dove sono raccolti diversi frammenti della storia tarantina che raccontano gli usi e i costumi popolari. Pezzi di vita vissuta, che riaffiorano anche tra i vicoli della città vecchia. Come nella bottega del pittore Nicola Giudetti, una vita spesa tra l’Ilva e l’arte. Al suo interno tanti piccoli oggetti e fotografie che raccontano un centro storico ormai scomparso. Oggi è tutto diverso, ma ciò sembra non dispiacergli. Per lui «la città vecchia di Taranto non è mai stata così piena di vita come negli ultimi anni. Finalmente abbiamo compreso il valore della nostra cultura».
Storia e mestieri- Come racconta la sua storia, Taranto era e rimane una città che riunisce spesso al suo interno il meglio dell’area ionica. Un esempio è il laboratorio di ceramiche di Giuseppe Omma in uno dei tanti vicoli di via Duomo. «Sia io sia mia moglie che lavoriamo qui ci ispiriamo alla tradizione grottagliese. Era un sogno che avevamo da tempo, anche se l’abbiamo aperta solo nel 2015». La scelta del posto non è casuale, infatti «abbiamo scelto di aprire qui il centro dove esporre la nostra produzione perché sapevamo che era una zona ricca di fascino storico e con un grande potenziale turistico». Il passato non è un dettaglio banale in questa città: lo mostra anche il Museo archeologico di Taranto, tra i più importanti di tutto il Mezzogiorno. Al suo interno, numerosi reperti illustrano le diverse fasi storiche della città, dal Neolitico fino al Medioevo, e testimoniano il ruolo centrale che ha avuto in epoca magno-greca e romana, seguito da anni di decadenza. Una fase che oggi Taranto sembra non voler più vivere, commettendo gli stessi errori del passato e dimenticando le proprie radici. Quelle sono più forti di qualunque presente.