Nell’ultimo anno Disney+ ha aggiornato la politica nei confronti delle proprie produzioni, inserendo un nuovo disclaimer per quelle che includono «rappresentazioni negative e/o trattamenti errati di persone o culture». «Questi stereotipi e comportamenti erano sbagliati allora e lo sono oggi», si legge nell’avviso che precede anche la visione di The Muppet Show, la serie cult disponibile su Disney+ da venerdì 19 febbraio e divenuta iconica grazie a personaggi quali Kermit la rana e Miss Piggy. Una scelta che si inserisce nel dibattito che contrappone chi sceglie di eliminare determinati contenuti e chi li mantiene segnalando però eventuali elementi controversi.

Il caso – La piattaforma streaming ha deciso di non rimuovere interamente i contenuti della serie ma di riconoscere e contestualizzare il materiale culturalmente offensivo di alcuni episodi. «La rimozione di questo contenuto – si legge nel disclaimer – negherebbe l’esistenza di questi pregiudizi e il loro impatto dannoso sulla società. Piuttosto vogliamo prendere atto del suo impatto dannoso, imparare da esso e innescare discussioni per creare un futuro più inclusivo insieme». Sono 18 gli episodi contrassegnati dal disclaimer. Tra le scene incriminate c’è quella che vede come ospite Johnny Cash intento a cantare di fronte a una bandiera confederata, ritenuta offensiva e ormai vietata per legge in gran parte dei contesti pubblici negli Stati Uniti. O la caricatura cinese di Spike Milligan, rappresentato con i denti anteriori pronunciati e una lunga treccia. Ci sono due episodi che addirittura mancano all’appello, entrambi dalla quinta stagione. In questo caso le guest star erano Brooke ShieldsChris Langham. Secondo un portavoce di Disney+ interrogato da TheWrap, il motivo è dovuto a diritti sulle musiche utilizzate, ma nel caso di Langham è più plausibile che sia dovuto alla sua condanna per possesso di materiale pedopornografico a causa della quale nel 2007 è finito in carcere per sei mesi.

I precedenti – Il disclaimer apparso per The Muppet Show è lo stesso usato per altre produzioni Disney, quali Lilli e il vagabondo, Il libro della giungla, Gli aristogatti, Dumbo, Peter Pan e Swiss Family Robinson. In questi casi sono stati forniti anche i motivi del perché alcune scene fossero ritenute offensive. Spiegazioni che invece non sono state precisate per la serie di Jim Henson. Come è capitato anche per altri film e serie del passato, Disney ha voluto sottolineare il suo impegno a creare storie con temi impegnati, che siano d’ispirazione e ambiziosi, che riflettano la ricca diversità dell’esperienza umana in tutto il mondo. Fa parte dell’iniziativa Stories Matter: la società ha anche assunto consulenti esterni per valutare i contenuti della sua produzione, così da portare programmi e film classici a un pubblico moderno.