Tre anni e mezzo di lavori e 50 milioni di euro dopo. Il Museo Egizio di Torino («il secondo al mondo, dopo quello del Cairo») cambia veste e si prepara ai festeggiamenti ufficiali con l’inaugurazione di martedì 31 Marzo. Un «giorno straordinario», celebrato alla presenza del sindaco Piero Fassino e dei ministri Dario Franceschini e Stefania Giannini, rispettivamente ai Beni culturali e all’Istruzione. Ma non solo. Perché nel capoluogo piemontese sono attese alcune tra le personalità più importanti del mondo della cultura e dello sport, dal nuovo direttore del Louvre Jean-Luc Martinez al il presidente della Figc Carlo Tavecchio. Senza dimenticare «l’appuntamento clou» con la comunità egittologica internazionale, fissato per il pomeriggio.
Un rinnovamento totale, a partire dal logo, per uno spazio che, con l’inglobamento dell’ex Galleria Sabauda, arriva a raddoppiare la sua superficie. Cambiamenti significativi anche nella disposizione dei reperti: tra le novità più rilevanti, la scelta di sostituire le vecchie teche con «ariosi cristalli» e la decisione di raccogliere in un’unica sala tutti e 44 i papiri presenti.
Grande soddisfazione per la presidente Evelina Christillin che, in conferenza stampa, parla di «traguardo raggiunto rispettando tempi e costi» e spiega le motivazione che l’hanno spinta a decidere di tenere il museo aperto durante tutto il periodo dei lavori: «L’apertura ha consentito al pubblico di non dimenticarlo, ma, anzi, di affollarlo sempre di più. Il 2014 è stato, per noi, un anno record e siamo, perciò, felici di questa scelta, faticosa ma vincente».
Per un nuovo allestimento che i visitatori potranno, però, apprezzare soltanto dal giorno dopo, il primo aprile, con ingresso gratuito dalle 9 a mezzanotte e offerta libera a favore della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro. Chi fosse interessato ad andare, sappia, però, che le prenotazioni sono già esaurite. L’unica cosa che si può fare è mettersi in coda e aspettare e sperare nell’intervento di Iside o Osiride.