«Stiamo distruggendo il presente e la capacità delle nuove generazioni di costruire il futuro». È lapidario Francesco Perrini, professore di Economia e gestione delle imprese alla Bocconi di Milano. Ma forse non tutto è perduto. Uno sviluppo sostenibile è possibile. E tocca agli studenti cercare di realizzarlo, un piccolo passo alla volta. «Bisogna stimolare tra i più giovani la voglia di cambiamento e spingerli a realizzare imprese e progetti con obiettivi di sostenibilità», continua Perrini.
Il concorso – «Youth in action for sustainable development goals» è il concorso rivolto agli universitari under 30 (di qualsiasi grado e di qualsiasi ateneo) che vuole raccogliere i migliori progetti (ne saranno premiati venti) di sviluppo sostenibile in Italia. Idee concrete e provenienti da qualsiasi ambito (non necessariamente economico) che potranno favorire l’Italia nel raggiungimento degli obiettivi (Sustainable development goals, SDGs) prescritti dall’Agenda 2030 stilata dalle Nazioni Unite. Promosso da Fondazione italiana Accenture, e realizzato in collaborazione con Fondazione Eni Enrico Mattei e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, il concorso premia le migliori proposte con stage retribuiti (da 3 a 6 mesi) nelle aziende partner e promotrici dell’iniziativa, come A2A, Croce rossa italiana, Eataly, Fondazione Bracco, Microsoft, UniCredit, Unipol, WWF e altri ancora.
I giovani – «Puntiamo sui giovani perché sono loro gli agenti del cambiamento», spiega Anna Puccio, segretario generale della Fondazione italiana Accenture. «Daremo la preferenza ai progetti concreti che sappiano sfruttare le nuove tecnologie e le armi dell’innovazione per agire sulla realtà». La direttrice della Fondazione Eni Sabrina Ratti aggiunge, rivolgendosi direttamente ai ragazzi presenti in sala: «Perché è una vostra responsabilità, siete voi i leader del futuro, siete voi che dovete portare il mondo verso un domani più verde e più inclusivo». L’obiettivo è individuare venti proposte che possano aiutare l’Italia a raggiungere la sufficienza, entro il 2030, nei 17 obiettivi di sostenibilità prescritti dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre del 2015. Perché l’Italia, come gli altri 192 Paesi firmatari del protocollo, ha delle grandi difficoltà nel raggiungere queste mete: secondo un rapporto di ASviS, Allenza italiana per lo sviluppo sostenibile, l’Italia si colloca in una condizione critica in ben sette casi e in una fase semi-critica nei restanti dieci. Gli ambiti di riferimento sono i più disparati: sconfiggere povertà, parità di genere, riduzione delle diseguaglianze e lotta al cambiamento climatico solo per citarne alcuni.
Le aziende – «Le aziende che investono nei business sostenibili sono le uniche che andranno avanti. Si stima che queste abbiano il 71 per cento in più di probabilità di sopravvivere nel lungo periodo. Sono quindi le uniche che non chiuderanno. Adesso, un ragazzo di 25 anni dovrebbe puntare proprio su queste. Il World Economic Forum stima che in tutto il mondo le aziende stiano investendo nello sviluppo sostenibile una cifra incalcolabile: circa 6,2 trilioni di dollari», spiega Francesco Perrini, che continua: «Certo, si potrebbe fare di più. Ma la tendenza è positiva, si sta migliorando». Un esempio? «Le aziende in futuro avranno bisogno sempre più di skills specifiche. Se non investono nell’educazione oggi (uno dei 17 SDGs), se non integrano la sostenibilità nelle loro strategie attuali, si troveranno senza più possibilità di fare business domani», dice Beatrice Lamonica, responsabile divisione Sustainability service Accenture.
Per partecipare al concorso e inviare la propria idea progettuale c’è tempo fino al 4 maggio 2017, collegandosi alla piattaforma web youthinactionforsdgs.ideatre60.it.
di Ambra Orengo e Giulia Virzì