Un particolare dell'affresco di Terenzio Neo e di sua moglie esposto al British Museum

Un particolare dell’affresco di Terenzio Neo e di sua moglie esposto al British Museum

Mentre la Pompei vera si sgretola sotto i colpi delle intemperie e dei mancati restauri, la Pompei virtuale prende vita e arriva al cinema. Le strade piene di gente, il mercato, le terme, le taverne, i commerci, le risse. La quotidianità delle due cittadine campane devastate dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C è ricostruita nel docufilm prodotto dal British Museum di Londra, in arrivo nelle sale italiane il 25 e il 26 novembre.

Il documentario nasce dal successo della mostra Life and death in Pompeii and Herculaneum ospitata dal museo inglese. Una mostra che ha accolto, solo nei primi tre mesi, 250mila visitatori ed è così diventata il terzo maggior evento nella storia del British dopo quello dei Tesori di Tutankhamen del 1972 e dell’Esercito di Terracotta cinese del 2007. Il profitto, secondo le ultime stime, si aggira intorno ai 7 milioni di sterline.

Ma non è una questione di soldi (o almeno, non solo): «Questo evento straordinario ricorda al mondo che Pompei non è solo un’attrazione turistica, ma la testimonianza più importante che ci è rimasta sul passato dell’umanità», ha scritto il Guardian in occasione dell’uscita del film.

Giorgia Wizemann


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