«Un’immagine esplosiva, che parla davvero dell’odio dei nostri tempi». Così Mary Calvert, uno dei membri della giuria del World Press Photo, ha definito l’immagine che si è conquistata il primo premio al concorso di fotogiornalismo più prestigioso del mondo, arrivato quest’anno alla 60esima edizione. Un assassinio in Turchia è il titolo della fotografia scattata da Burhan Ozbilici, reporter turco dell’Associated Press. Ozbilici ha avuto la prontezza di mettere a fuoco e scattare mentre l’attentatore Mevlüt Mert Altintas esultava dopo aver ucciso l’ambasciatore russo ad Ankara Andrey Karlov. «Sono un giornalista, devo fare il mio mestiere», ha detto il reporter. Per l’intero servizio Ozbilici ha vinto anche il primo premio nella categoria Spot News. Che sia stata una decisione difficile, la giuria non lo nega. È addirittura il presidente, Stuart Franklin, a prendere le distanze dalla scelta: «Premiare questa fotografia significa rafforzare il connubio tra martirio e propaganda – ha detto l’ex presidente di Magnum in un commento sul Guardian– e amplificare il messaggio terroristico». Sono state in totale più di 80mila le immagini in gara al World Press Photo, scattate da 5.034 fotografi. Ad esaminarle è una giuria internazionale di sette membri, nominata di anno in anno dal direttore del Wpp Lars Boering. Oltre alla foto dell’anno, le categorie premiate sono otto: Contemporary issues, Daily life, General news, Long-term projects, Nature, People, Sport e Spot news. Le immagini vincitrici faranno parte di una mostra itinerante che toccherà 45 Paesi. A Milano le fotografie saranno esposte alla Galleria Carla Sozzani, corso Como 10, dal 6 maggio al 4 giugno.