Prima la notizia buona: nel Parlamento e nelle imprese sono sempre di più. Poi quella cattiva: nelle altre istituzioni la parità resta ancora un miraggio.
Donne e lavoro. La Coldiretti fa un bilancio, in occasione dell’8 marzo. Mettendo in evidenza luci e ombre. Se le ultime elezioni hanno fatto registrare un aumento del 47 per cento della presenza femminile nella Camera e nel Senato. Nel nostro Paese, ora, un eletto su tre è donna. Un risultato che ci colloca al terzo posto in Europa, dopo Spagna e Germania.
Buone notizie anche sul versante delle imprese: nonostante la crisi, nel 2012 sono nate ben 103.391 aziende “rosa”. Secondo Coldiretti quasi una impresa su quattro è condotta da donne (23,5 per cento). La maggioranza delle aziende “femminili” opera nel commercio (30 per cento), ma una forte presenza si registra anche in agricoltura (16 per cento), nei servizi di alloggio e ristorazione (il 10 per cento) e nel manifatturiero (8 per cento).
Meno ottimistica, invece, è l’analisi della Coldiretti su dati Barometro per quanto riguarda i livelli istituzionali. Nella Giustizia la rappresentanza femminile è ancora piuttosto bassa: appena il 14 per cento tra Corte Costituzionale, procuratori della Corte dei Conti, membri del Consiglio Superiore della Magistratura e Consiglio direttivo della Corte di Cassazione. Non va meglio nelle università e nel settore della ricerca: 79 sono i rettori in Italia, e di questi appena il 5 per cento è donna. Persino lo Sport, dove le atlete azzurre hanno regalato grandi soddisfazioni, resta ancora “impermeabile”, tanto che, conclude Coldiretti, tra i 45 presidenti delle Federazioni sportive affiliate al Coni c’è solo una donna.
Angela Tisbe Ciociola