Michel Barnier, commissario europeo al mercato interno

Michel Barnier, commissario europeo al mercato interno (http://ec.europa.eu/commission)

“La fine dell’epoca dei bonus insensati e ingiustificabili”. Così il commissario europeo al mercato interno, Michel Barnier, ha salutato l’accordo raggiunto in via preliminare tra i negoziatori dell’Europarlamento e i governi dei paesi membri per il via libera alle nuove norme sui requisiti di capitale degli istituti di credito e in particolare su gratifiche e retribuzioni dei top manager. Queste misure sono state concepite sulla falsariga degli accordi internazionali denominati “Basilea 3”, che mirano a rendere più rigorosi i requisiti patrimoniali delle banche. L’obiettivo è salvaguarne la liquidità e favorire l’accesso al credito in un momento di asfissia generale.

L’accordo, giunto al termine di lunghe trattative, prevede di limitare sensibilmente il bonus dei manager: non potranno guadagnare più del doppio dello stipendio base e, soprattutto, i loro “premi” saranno sottoposti all’approvazione degli azionisti. Le nuove regole dovrebbero entrare in vigore il primo gennaio 2014. Tuttavia, il testo finale dovrà essere firmato dall’intero parlamento europeo e da ciascun ministro delle finanze dei singoli 27 stati e così la riforma dei bonus potrebbe essere valida non prima di luglio 2014.

I limiti di retribuzione previsti dall’accordo UE sarebbero estesi a tutte le banche europee e anche alle operazioni fuori dai confini dell’Unione. Inoltre, le normative sarebbero applicate anche alle succursali delle banche americane in territorio europeo. I banchieri europei, da parte loro, non ci stanno e lamentano lo svantaggio competitivo derivante da queste regolamentazioni rispetto ai concorrenti anglosassoni e orientali.

La mossa di Bruxelles arriva a pochi giorni da un referendum del 3 marzo in Svizzera, che chiedeva agli elettori se approvare un’azione “contro le retribuzioni abusive” e consentire agli azionisti delle imprese quotate in borsa di esercitare una maggiore influenza sulle retribuzioni versate al consiglio d’amministrazione e alla direzione. Lo scopo dichiarato è quello di evitare retribuzioni che paiono spropositate anche nella finanziarissima Svizzera.

Federico Thoman