No ai tagli europei all’agenda digitale e alla banda larga. Le industrie italiane dell’informatica si oppongono alla proposta del Presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, di ridurre i finanziamenti per le infrastrutture delle telecomunicazioni.
La discussione su quanto stanziare per le singole voci di spesa del bilancio dell’Unione europea 2014-2020 è in corso in questi giorni a Bruxelles. Tra i punti in agenda, anche la valutazione dell’investimento per la realizzazione di una infrastruttura multinazionale per i trasporti, l’energia e le telecomunicazioni: la Connecting Europe Facility (Cef).
Rischio concreto, se l’investimento dovesse essere bloccato, un ritardo nello sviluppo di reti ad alta velocità a banda larga, con conseguenze negative per la crescita economica e l’industria. Da questo timore, la presa di posizione dell’Associazione nazionale industrie informatica telecomunicazioni ed elettronica di consumo (Anitec), che riunisce le industrie italiane del settore.
«Il taglio del 25 per cento degli investimenti proposto dal Presidente Van Rompuy è per noi insostenibile», dichiara Cristiano Radaelli, presidente di Anitec. «Ribadiamo l’importanza fondamentale della larga banda per supportare gli obiettivi di sviluppo previsti per l’Europa dall’implementazione dell’Agenda Digitale. Eventuali tagli avrebbero un effetto di ulteriore depressione sulla crescita economica e aggraverebbero la situazione di ritardo nella possibilità dei cittadini di accedere alle connessioni a larga banda». E conclude con un appello: «Anitec chiede perciò al Governo italiano attuale e alle forze politiche in campo per la prossima tornata elettorale di supportare la conferma degli investimenti previsti per la connettività digitale, come leva fondamentale per lo sviluppo economico del nostro Paese e dell’Europa».
Lucia Maffei