Dal 20 al 24 gennaio a Davos si riuniranno 3000 leader da 130 diversi paesi, di cui 350 rappresentanti di governo, e 1600 esponenti di importanti aziende, inclusi 900 Ceo. È la 55esima edizione del World Economic Forum (Wef), l’evento che riunisce nella piccola località sulle Alpi svizzere i volti dell’economia e della politica globale per discutere il futuro del pianeta.

Chi ci sarà – Tra i 60 capi di Stato e di governo che interverranno durante la kermesse spicca il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti: Donald Trump parlerà in videoconferenza venerdì 23, ma non è escluso che spedisca a Davos anche un suo rappresentante. L’incertezza legata alle prime scelte economiche, e non solo, del secondo mandato del tycoon potrebbe spingere alcuni leader europei a tendere la mano già in questo meeting alla nuova amministrazione americana. Saranno presenti, tra gli altri, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il premier spagnolo Pedro Sanchez e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Ma anche le tre donne rappresentanti dei vertici Ue: la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, del parlamento Roberta Metsola e della Bce Christine Lagarde.
L’Italia sarà rappresentata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, oltre che dai capi di Eni, Enel e Intesa San Paolo. Non è prevista al momento la partecipazione della premier Giorgia Meloni o del ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti.

Portata internazionale «La diversità è fondamentale per il Forum, che mira a garantire che le questioni più importanti del mondo siano discusse nel modo più ampio possibile», si legge in un comunicato del Wef. Sono infatti attesi anche i vertici di istituzioni internazionali come la Nato, l’Oms e il Wto. Saranno inoltre presenti anche il presidente israeliano Isaac Herzog e il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese, Mohammed Mustafa. Non solo Occidente quindi, ma anche Africa con il sudafricano Cyril Ramaphosa e America Latina con l’argentino Javier Milei.

I temi Davos 2025 è organizzata in cinque aree tematiche: dal cambiamento climatico alle tensioni geopolitiche, dalle strategie industriali alle crescenti divisioni economico-sociali.
Il titolo dato a quest’edizione del Wef è “Collaboration for the Intelligent Age” – Collaborazione per una era intelligente – volendo sottolineare come le nuove tecnologie non impattino solo un settore ma l’intera società. Parte della discussione sarà quindi legata anche all’intelligenza artificiale e al suo utilizzo: «il campanello d’allarme dell’IA ha suonato», si legge sul sito del Wef, «ma abbiamo anche visto crescere l’entusiasmo per quello che potrebbe aiutarci a raggiungere».