Il governo promette «discontinuità» con le disastrose gestioni precedenti e punta a chiudere il pluridecennale dossier “crisi Alitalia” spacchettando le attività del gruppo in società più piccole. Nell’attesa che il programma venga realizzato, almeno una delle criticità contingenti della compagnia di bandiera è stato per il momento risolto. L’Inps, con qualche giorno di ritardo, è riuscito a erogare le indennità per i dipendenti. Lo ha reso noto lo stesso Istituto di Previdenza in un comunicato pubblicato il 28 febbraio: «Attraverso un lavoro straordinario del personale, sono stati pagati tutti i lavoratori Alitalia del Fondo di Solidarietà Trasporto aereo, secondo i termini concordati nella riunione dello stesso venerdì con le parti». L’annuncio arriva dopo la manifestazione dei sindacati del 26 febbraio, durante la quale il commissario di Alitalia Giuseppe Leogrande si era preso l’impegno di pagare i dipendenti entro il 1º marzo.
Il nuovo piano – Sul tavolo di Mario Draghi è arrivato anche il nuovo piano per la compagnia aerea. La linea che il Governo vuole adottare è in discontinuità rispetto alla precedente gestione, come richiesto dalla Commissione Europea. L’obbiettivo è dare una forte accelerazione per risolvere la questione in tempi brevi. Il piano prevede il passaggio di piloti e aerei (il cosiddetto ramo “aviation) in amministrazione straordinaria a Ita (Italia trasporto aereo spa), la nuova società (newco) del ministero dell’Economia. Allo stesso tempo Alitalia cederebbe anche i servizi di handling (il complesso dei servizi per l’assistenza a terra agli aerei e ai passeggeri) e manutenzione. Una riunione preliminare è già avvenuta. Nell’incontro a Palazzo Chigi hanno partecipato il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli, il ministro dell’Economia Daniele Franco, delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Enrico Giovannini e dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti. Sulla vendita del ramo aviation a Ita, si sono anche espressi in maniera favorevole i tecnici dell’Antitrust dell’Unione Europea. Per il 2 di marzo è prevista una videoconferenza con la Commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestanger. I sindacati nel frattempo premono per una risoluzione rapida, affinchè l’operazione avvenga prima della stagione estiva.
Ita – Costituita l’11 novembre 2020, Ita è la nuova società di proprietà del ministero dell’Economia destinata ad acquistare e a prendere in affitto le attività di Alitalia. La nuova compagnia aerea può contare su una dotazione di 3 miliardi di euro di soldi pubblici. Il consiglio di amministrazione è composto da cinque membri ed è presieduto da Francesco Caio, ex amministratore di Poste Italiane, mentre l’amministratore delegato è Fabio Maria Lazzareni, già “chief business officer” di Alitalia.
I costi di Alitalia – In 47 anni lo Stato italiano ha speso per Alitalia circa 13 miliardi di euro. Il 5 novembre scorso “Il Sole 24 ore” aveva stimato che le perdite della compagnia di bandiera nel solo 2020 sarebbero state di circa 1 miliardo, complice anche la pandemia. Secondo un report pubblicato da Mediobanca, dal 1974 al 2014 (quando la società venne comprata da Etihad), lo Stato ha speso 4,9 miliardi di euro per gli aumenti di capitale, 245 milioni per i contributi, 8 milioni per le garanzie prestate e 195 milioni per altri contributi pubblici. Nello stesso periodo Alitalia ha generato introiti pari a oltre 2 miliardi di euro, con un saldo negativo di più di 3 miliardi. Quando nel 2017 Eithiad si fece da parte, l’esecutivo guidato da Paolo Gantiloni decise per un’ennesima ricapitalizzazione da 900 milioni di euro. A questi vanno ad aggiungersi i 3 miliardi previsti dal decreto Rilancio del 2020.