BanconotePer il quinto trimestre consecutivo, i dati relativi all’economia italiana sono negativi. Anche nel terzo trimestre del 2012, secondo i dati forniti dall’Istat, si registra un calo congiunturale del Prodotto interno lordo. Tra luglio e settembre il Pil è sceso dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, e del 2,4% in confronto allo scorso anno.

L’Italia, però, è in ottima compagnia, almeno in Europa. La Germania frena più delle attese: -0,2% anche per lei. Stesso dato per il Pil francese. Record alla Spagna che scende dello 0,3%. Nello stesso periodo, anche i dati del Pil dell’Eurozona non sono incoraggianti. Secondo l’Eurostat, il terzo trimestre del 2012 è stato negativo: -0,1%.

La diminuzione è però inferiore a quella dei primi due trimestri dell’anno (-0,2% del secondo e crescita zero del primo). Lo stesso discorso si può fare per l’Italia.  La recessione c’è e si vede, ma il calo dell’ultimo trimestre (-0,2%) è inferiore a quello dei trimestri precedenti dello stesso 2012  (-0,8% nel primo e 0,7% nel secondo).

Il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi, ma anche di un “leggero aumento in quello dell’industria”, riferisce l’Istat.

Situazione diversa oltreoceano, ma anche oltremanica. Stesso periodo, dati diversi: negli Stati Uniti il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% e dell’1% nel Regno Unito, mentre è diminuito dello 0,9% in Giappone. Lo ricorda l’Istat, aggiungendo che in termini tendenziali si è registrato un aumento del 2,3% negli Stati Uniti e dello 0,2% in Giappone. Nel Regno Unito il Pil ha segnato invece una variazione tendenziale nulla.

Maria Chiara Furlò