Primi contatti, definiti «produttivi», tra il Fondo monetario internazionale e il governo argentino guidato da Javier Milei dopo le elezioni presidenziali del 2023.  Gita Gopinath numero due del Fmi (che è creditore nei confronti di Buens Aires pert 44 miliardi di dollari) ha avuto un colloquio con il ministro dell’Economia Luis Caputo e nei prossimi giorni vedrà anche il presidente, le cui ricette ecdlonomiche eterodosse lo hanno porato alla vittoria ma hanno suscitato molta preplessità nella comunità internazionale. Il Fmi vuole valutare il programma del nuovo governo dopo che Milei in campagna elettorale aveva annunciato la dollarizzazione, la riduzione del 15 per cento della spesa pubblica, il taglio delle tasse e la privatizzazione della maggior parte delle imprese pubbliche.
Gopinath vedrà esponenti dell’opposizione, della società civile e del settore privato, definiti «fondamentali» per comprendere appieno le varie prospettive e opinioni sulle questioni economiche che affliggono il paese.

L’accordo – Un punto chiave emerso durante l’incontro è stato l’accordo su nuovi obiettivi di accumulo di riserve da parte della Banca Centrale argentina. In particolare, è stato stabilito un target di 6 miliardi di dollari entro la fine di marzo, un aumento rispetto ai 4,3 miliardi di dollari precedentemente concordati nell’accordo precedente.  Il Fmi ha recentemente approvato la settima revisione trimestrale del programma di credito da 44 miliardi di dollari con l’Argentina, con l’obiettivo di fornire al nuovo governo il tempo necessario per attuare le misure necessarie per ripristinare la stabilità macroeconomica.

La crisi – L’Argentina sta attraversando una crisi economica di vasta portata un’iperinflazione senza precedenti (più 254 % nel gennaio 2024). Le difficoltà croniche, tra cui la svalutazione del peso, la monetizzazione del deficit fiscale, l’elevato debito e l’impotenza della banca centrale, stanno mettendo a dura prova la stabilità finanziaria e politica del paese. A questo scenario si è aggiunto l’impatto devastante della siccità, che ha colpito duramente il settore agricolo, uno dei pilastri dell’economia. Secondo i dati Ocse la decrescita del Pil dovrebbe attestarsi intorno al 2,3 per cento nel 2024, con un impatto diretto della siccità sulle esportazioni agricole (meno 20 miliardi di dollari) , che rappresentano una parte significativa del reddito nazionale.  Le misure proposte da Milei potrebbero esacerbare la situazione economica del Paese, aumentando l’incertezza e minando ulteriormente la fiducia degli investitori. D’altronde, secondo l’economista e premio Nobel Joseph Stiglitz, l”irresponsabilità politica e le decisioni short-sighted del passato recente «hanno permesso il dilagare dello sfruttamento e al contempo del potere di mercato delle corporation, aprendo la strada a immense diseguaglianze: di reddito, ricchezza, opportunità, salute».