A marzo il governo conta di aggiornare l’ecobonus 2024 per i veicoli, ma per ora, dal 23 gennaio, è tornato quello del 2023. Con una dotazione di 547,4 milioni, gli incentivi coinvolgono automobili (categoria M1), motocicli e ciclomotori (L1e – L7e) e veicoli commerciali (N1 ed N2). Il risultato del provvedimento ha ricalcato l’andamento del 2022 e 2023: va a ruba il bonus per le auto a motore endotermico, mentre gli incentivi per l’elettrico arrancano. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso rivela: «Col prossimo bonus incentivi per auto usate e rottamazione fino a Euro 5».
Come funziona – L’ecobonus è rivolto a tutte le persone fisiche o giuridiche, società di noleggio e piccole e medie imprese che facciano servizi di trasporto. Può essere richiesto solo dalle concessionarie registrate sul portale Ecobonus del ministero delle Imprese e del Made in Italy. La platea di veicoli è così suddivisa: per mezzi che emettono emissioni tra 0 e 20 g/km di CO2 fino a 35mila euro + Iva, il bonus è di 5mila euro con rottamazione e 3mila senza. Per veicoli che emettono da 21 a 60 g/km di CO2 fino a 45mila euro + Iva, l’incentivo è di 4mila euro con rottamazione e 2mila senza. Per auto che emettono da 61 a 135 g/km di C02 fino a 35mila euro + Iva, infine, il bonus è di 2mila euro solo con rottamazione.
Il flop – Se al 25 gennaio, secondo il portale Ecobonus, è stato richiesto il 66% dei fondi per la categoria di emissioni 61-35 g/km (da 120 milioni a 53 milioni), solo 4 milioni sono stati invece richiesti per la categoria 0-20 g/km (da 194,7 milioni a 190,7) e solo 2 per il segmento 21-60 g/km (da 232,7 a 230,5 milioni). Un film già visto: è il segmento meno “green”, quello con anche motori endotermici, quello più richiesto. Era andata così anche nel 2022 e 2023: all’inizio dello scorso giugno solo il 17% degli ecobonus per i veicoli a zero emissioni e il 5,5% di quelli plug-in hybrid era stato usato. L’anno precedente, il 44% dei fondi non era stato usato. In media le auto elettriche costano il 30% in più di quelle con motore a combustione diesel o benzina. A ciò si aggiunge la ancora scarsa diffusione delle colonnine di ricarica, i costi di riparazione e la maggior svalutazione dell’usato.
Il nuovo bonus – Il primo febbraio al ministero delle Imprese e del Made in Italy si terrà un incontro tra rappresentanti del governo e associazioni di settore. Sarà illustrato il nuovo piano degli incentivi per il settore automotive. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni firmerà il Dpcm che farà entrare in vigore i nuovi “valori” del bonus aggiornato. I fondi stanziati oscillano tra 900 milioni e un miliardo di euro: la cifra dipenderà anche da quante risorse non saranno state usate nell’attuale bonus. Il ministro Adolfo Urso ha spiegato, in un’intervista a Quattroruote, che si potranno rottamare anche le vetture Euro 5 ma solo per le famiglie con Isee inferiore a 30mila euro che acquisteranno auto fino a 60 g/km di emissioni, quindi con veicoli elettrici o plug-in. Il decreto prevede poi un contributo di 2mila euro per le persone che acquisteranno auto usate con emissioni fino a 160 g/km di CO2 con prezzo fino a 25mila euro con rottamazione fino a Euro 4. Il bonus sarà da un minimo di 1500 euro, nella fascia 61-135 g/km, con rottamazione di Euro 4 fino a un massimo di 13.750 euro per chi ha un Isee inferiore a 30mila euro con rottamazione di Euro 0, 1 e 2.
Per quanto riguarda la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non si conosce la data precisa visto che il testo dovrà essere approvato dalla Corte dei Conti e la piattaforma dovrà essere adeguata. Il mese quindi in cui il nuovo bonus dovrebbe diventare operativo potrebbe essere marzo.