Cresce il Pil italiano, ma non diminuisce il debito pubblico. Anzi, sfiora il record storico registrato cinque mesi fa. Ad ottobre gli arretrati dello Stato salgono di quasi venti miliardi, raggiungendo la cifra di 2.211,8 miliardi. Lo comunica Bankitalia nel Supplemento “Finanza pubblica, fabbisogno e debito“.
Nel rapporto si spiega che, tra le cause dell’incremento, c’è l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro – di 17,7 miliardi – e del fabbisogno del periodo, pari a poco più di due miliardi. Riferendosi ai sottosettori, nei primi dieci mesi dell’anno, inoltre, il debito delle amministrazioni pubbliche è cresciuto di 75,9 miliardi. Diminuisce invece quello delle amministrazioni locali, di poco meno di un miliardo. Rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e cambio favorevole dell’euro sono invece fattori positivi, che hanno ridotto il debito per 4,7 miliardi. Così come l’aumento del 3,6% nelle entrate tributarie rispetto a quelle raccolte nel 2014.
Non perde la speranza il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che il 30 novembre aveva dichiarato: «Il debito pubblico italiano è alto, ma comincerà a scendere dal 2016», aggiungendo però che «sarebbe utile che l’inflazione fosse un po’ più elevata. Contiamo sulla Bce, che sta insistendo su una politica monetaria eterodossa».