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Il leone alato di San Marco, simbolo di Assicurazioni Generali

Assicurazioni contro banche, laici contro cattolici, Francia contro Italia e Germania. Gli ingredienti perfetti per una guerra finanziaria ci sono tutti. La scintilla che ha dato il via allo scontro è stata l’indiscrezione, pubblicata su La Stampa, di un possibile interesse di Intesa Sanpaolo nei confronti di Generali, il più grande gruppo assicurativo italiano. Immediata la risposta: il Leone di Trieste, controllato da Mediobanca con il 13,5%, ha acquistato il tre per cento di Intesa, per impedirne la scalata. E ora si aspetta la contromossa mentre la Borsa premia con sostanziosi rialzi i titoli triestini (più 11%) e quelli di Piazzetta Cuccia (più 8%), penalizzando invece quelli di Intesa-San Paolo (meno 4%).

I fatti. Il 23 gennaio Assicurazioni Generali ha annunciato, attraverso un comunicato a borsa chiusa, “di avere acquisito i diritti di voto su 505 milioni di azioni di Intesa San Paolo Spa, pari al 3,01 per cento del capitale sociale”. In questo modo la banca guidata da Carlo Messina, qualora sia già in possesso di una percentuale analoga del capitale di Generali, non potrà tentare una scalata del gruppo assicurativo per via della legge sulle partecipazioni incrociate. In questo caso scatta l’articolo 121 del Testo unico della Finanza, voluto dall’allora ministro del Tesoro Mario Draghi nel 1998 per tutelare i piccoli investitori. L’obiettivo dell’operazione, orchestrata da Mediobanca, è quello di fare uscire allo scoperto Banca Intesa e la sua, per ora ipotetica, operazione di rastrellamento di titoli Generali allo scopo di costituire quello che diventerebbe un gruppo finanziario di rilevanza mondiale. Probabile il coinvolgimento della tedesca Allianz, che potrebbe farsi carico delle filiali estere del Leone triestino.

Il retroscena. La mossa difensiva di Generali è stata fortemente voluta dall’azionista di maggioranza relativa del gruppo, cioè Mediobanca. Quello cui stiamo assistendo è solo l’ennesimo episodio dello scontro tra finanza laica (Mediobanca) e cattolica (Intesa) che ha caratterizzato gli ultimi 40 anni di storia finanziaria italiana. Una battaglia che pochi mesi fa, ed è solo un esempio, ha visto i due contendenti affrontarsi per il controllo di Rcs, la casa editrice di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, conquistata da Urbano Cairo grazie all’appoggio di Intesa e del suo Ceo Carlo Messina, contro i voleri di Mediobanca e del suo amministratore delegato Alberto Nagel.

L’ombra dei francesi. Fra i due litiganti rimane in attesa il terzo incomodo, il gruppo assicurativo francese Axa, che da sempre si è dimostrato interessato a Generali. Un rischio troppo grande per l’Italia (e per il governo), che perderebbe l’ennesima battaglia finanziaria contro la Francia. In mani transalpine sono già cadute Telecom, Parmalat e diversi marchi di lusso, mentre è ancora incerto il destino di Mediaset, attaccata da Vivendi. E’ per questo che l’operazione di Intesa Sanpaolo potrebbe essere ben vista a Roma.