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Il piano della Banca Centrale Europea per immettere liquidità alle banche non sta avendo i risultati sperati

La seconda asta di titoli a finanziamento a lungo termine (Tltro) da parte della Banca Centrale Europea in favore delle banche dell’eurozona non è andata come sperato. Il piano ideato da Francoforte per rimettere in moto l’economia fa fatica a partire. Più proficua  dell’asta precedente, quella dello scorso settembre che si era fermata a poco più di 80 miliardi, l’asta di giovedì 11 dicembre è stata infatti comunque fiacca: a fronte di una disponibilità che oscillava tra 90 e 250 miliardi, ne sono stati richiesti dalle banche solo 129,8. Per quanto riguarda l’Italia, le previsioni sono simili all’asta precedente e si attestano attorno ai 26 miliardi di euro. Da Unicredit è attesa una richiesta di 7,75 miliardi, da Intesa San Paolo 8,5. Mps invece avrebbe ottenuto in mattinata 3,3 miliardi.

Nuovo giro, nuovo flop, dunque. Lo stratagemma della Bce non sembra fare grande presa sugli istituti di credito. I Tltro sono stati lanciati dall’Eurotower con un preciso scopo: dare ossigeno alle casse delle banche, in termini di liquidità per concedere finanziamenti a famiglie e imprese. Cosa è successo in Italia lo scorso settembre? Le banche hanno chiesto pochi prestiti e con quelli hanno comprato titoli di stato. I due terzi dei finanziamenti ottenuti dalla Bce (18,4 miliardi a fronte di 26) sono finiti nelle casse dello stato sotto forma di titoli BTp. Questo vuol dire che i soldi ottenuti da Francoforte sono serviti a finanziare il debito pubblico anziché a stimolare l’economia reale. E questo, in un periodo di deflazione, con il mercato del lavoro immobile e i consumi ai minimi storici, è ciò che si voleva evitare.

Gabriele Nicolussi