«Il consiglio direttivo della Banca centrale europea intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria a marzo», ha confermato la presidente Christine Lagarde durante la presentazione del rapporto annuale 2022 della Bce al Parlamento europeo. L’ennesimo aumento, parte di una manovra iniziata nel luglio 2022, è necessario per recuperare terreno sull’inflazione galoppante, attualmente al 9.2% – ultima rilevazione Eurostat. L’obiettivo è riportarla «al 2% nel medio termine», ha aggiunto Lagarde, augurandosi che questo possa portare a rivedere il percorso di politica monetaria nel breve futuro.

Banca Centrale Europea

Sede della Banca Centrale Europea Credits: ANSA

Il piano – L’aumento dei prezzi ha ridotto il potere di acquisto delle persone, in particolare delle famiglie con un reddito basso. La Bce dal lato suo ha alzato i tassi di interesse per invertire la tendenza. «Mantenerli su livelli restrittivi farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione, frenando la domanda, e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione», ha spiegato Lagarde.
Le misure adottate dalla Bce non sono state risparmiate dalle critiche, ma la presidente francese ha voluto ricordare pubblicamente il ruolo cruciale ricoperto dall’istituzione: «La Bce ha il mandato democratico di assicurare la stabilità dei prezzi nell’eurozona. Per assolvere questo mandato abbiamo un alto livello di indipendenza: la possibilità di prendere le misure necessarie, senza interferenze politiche, è essenziale».

Picco raggiunto – Secondo il Bollettino economico della Bce, uscito il 15 febbraio, le spinte inflazionistiche rimangono alte. Ma sarebbero destinate a scendere avendo già toccato l’apice. Come sottolineato, l’inflazione complessiva misurata nell’ultimo anno (esclusa la Turchia) nei paesi dell’OCSE, a novembre si attestava al 7%, grazie soprattutto al calo del prezzo dei beni energetici, ed era al ribasso per il sesto mese consecutivo. Anche per l‘inflazione di fondo, quella al netto degli andamenti dei prezzi dei beni alimentari e dell’energia, il trend è in diminuzione: ha toccato il 7.5%.