Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble (a sinistra) e il suo omologo italiano Piercarlo Padoan (a destra). Foto Ansa.

Il ministro dell’Economia tedesco Wolfgang Schaeuble (a sinistra) e il suo omologo italiano Piercarlo Padoan (a destra). Foto Ansa.

Il weekend elettorale in Grecia ha rappresentato un profondo scossone nella visione politica dell’unione monetaria. Potenzialmente tutto verrà rimesso in discussione. Il nuovo premier greco Tsipras propone una rinegoziazione del debito del suo Paese sfidando così gli alti vertici economici dell’eurozona.

L’effetto Syriza, il partito che ha vinto le elezioni elleniche, insieme al Quantitative Easing di Mario Draghi di venerdì, ossia l’acquisto dei titoli di stato da parte della Bce, ha avuto ripercussioni anche sui mercati europei. La valuta comune, martedì mattina, ha rimbalzato da 1,109 a 1,128 dollari e anche la borsa italiana ha segnato un +1,15 per cento.

Così come la Grecia, anche l’Italia è uno degli osservati speciali. All’Ecofin di Bruxelles del 27 gennaio, si è parlato del futuro dell’austerity e il ministro per l’Economia Piercarlo Padoan ha tenuto a precisare che le riforme strutturali sono fondamentali e «devono essere inserite in un quadro in cui ci sia una visione Ue che abbia respiro, visione e strategia come la piena attuazione del mercato unico che va valorizzato, la semplificazione dei sistemi fiscali, il completamento del mercato dei capitali». In vista della tre giorni italiana dei tecnici di Bruxelles e Bce per la verifica delle attuazioni delle riforme nel nostro Paese, il ministro si spende in difesa del lavoro fatto fino ad ora: «So che c’è la percezione che l’Italia violi le norme, ma guardate bene i numeri, non è vero, rispettiamo le regole meglio di altri».

Si fa sentire anche il ministro tedesco dell’Economia Wolfgang Schaeuble che perora il rigore finanziario pur con un’apertura: «La flessibilità non è negativa in sé ma non deve portare a una situazione in cui le regole convenute non vengono rispettate. Allora sarebbe sbagliata e distruggerebbe la fiducia». Il messaggio è chiaro sia per Roma che per Atene. Proprio riguardo alle passate scelte economiche elleniche, Schaeuble accusa i governi greci di non essere stati capaci di gestire le proprie finanze e che la gente «soffre non per le decisioni di Berlino e Bruxelles ma per il fallimento della loro élite politica degli ultimi decenni».